Facebook come canale dove, tra un commento e l’altro, passavano gli ordinativi della droga (chiamata anche pongo) e che ha portato i carabinieri ad arrestare 4 giovani, di cui due minori, e denunciarne altri 8. E’ questo il bilancio dell’attivita’ dei carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Belluno e della Stazione CC di Sedico, che hanno dato esecuzione a due ordinanze emesse dal tribunale di Belluno e altre due dal tribunale per i minorenni di Venezia.
L’accusa per gli indagati e’ di essersi resi responsabili in concorso tra loro di produzione, detenzione e traffico di sostanze stupefacenti del tipo hashish e marijuana in vari comuni bellunesi e destinata a coetanei.
L’indagine, iniziata lo scorso maggio, e’ stata svolta con il supporto di intercettazioni telefoniche e analisi dei tabulati, oltre che da servizi di osservazione e pedinamento che, confrontati con le dichiarazioni rese da molti giovani assuntori, tanti di questi studenti minorenni, hanno consentito di ricostruire il traffico dello spaccio. Tra le 12 perquisizioni domiciliari, sono stati trovati un etto di marijuana e attrezzature la coltivazione e l’essiccazione di piante di cannabis tra cui lampade e ventilatori, cabine di coltura e bilancini di precisione. Gli indagati, tra i 16 e i 24 anni, avevano organizzato una vera e propria rete di produzione e cessione ad una clientela di assuntori abituali che di sovente incontravano i pusher per l’acquisto di dosi vendute a 5 euro al grammo.
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