‘Cerchiamo ragazzi tra i 22 e i 35 anni per viaggiare in Sudamerica (Argentina, Bolivia, Peru’, Ecuador) per il trasporto di gioielli e tessuti di lana di alpaca. Requisiti: passaporto aggiornato e tanta voglia di avventura. Tutte le spese sono coperte da noi. Inviaci una mail’. Un annuncio irresistibile, pubblicato su internet e sui giornali, in cui si offriva in sostanza un lavoro e la possibilita’ di viaggiare gratis, era il modo con cui l’organizzazione di trafficanti di cocaina sgominata oggi da un’operazione a Milano, reclutava i suoi corrieri ‘ciechi’ ovvero ignari di trasportare droga. E’ uno dei particolari emersi dalle indagini che hanno portato alle 41 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip del Tribunale di Milano nei confronti di altrettante persone coinvolte nel traffico internazionale di cocaina che dal Sudamerica arrivava a Milano.
Questa mattina la Squadra mobile di Milano ne ha eseguite 27, concludendo di fatto un’indagine iniziata nel novembre 2009 che ha portato a smantellare un’organizzazione capace di importare la droga sul territorio italiano (da 1 a 8 chili a viaggio) e di rivenderla anche al dettaglio. Gli indagati (di cui tre quarti italiani, gli altri sono sudamericani) devono rispondere, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti.
Le modalita’ di importazione erano due: via mare e via aerea. Per la prima occultavano lo stupefacente su navi che percorrevano la tratta da Colombia o Peru’ al porto Vado Ligure.
Piu’ ingegnosi i sistemi per via aerea, con l’utilizzo di ovulatori (corrieri che ingeriscono piccoli contenitori pieni di droga), pacchi postali, oppure ‘corrieri ciechi’. Erano proprio persone che non erano a conoscenza del contenuto del loro bagaglio, reclutate tramite annunci. Nelle rete sono caduti sudamericani e italiani, tra cui anche studenti, che con dieci viaggi al mese riuscivano a guadagnare anche 2mila euro. A capo della banda c’era Giuseppe Molluso, di 29 anni, calabrese ma residente a Buccinasco (Milano). Pregiudicato e con parentele legate al mondo della criminalita’ organizzata, gestiva l’importazione e la commercializzazione su tutto il territorio di Milano e dell’hinterland. Si stima che in un solo anno il gruppo abbia portato oltre 15 chili di cocaina e guadagnato centinaia di migliaia di euro che poi reinvestiva nell’acquisto di immobili. Per questo sono state svolte anche indagini patrimoniali sugli arrestati, ai quali sono state sequestrate preventivamente 3 autovetture e 6 immobili tra Bubbiano, Cesano Boscone e Milano. Durante le indagini, coordinate della Dda di Milano, sono state scoperte anche una decina di armi tra fucili e pistole semiautomatiche.
Discussione su questo articolo