Entro il 2018 la nuova legge elettorale sarà, forse, realtà. Con la futura normativa, gli italiani potranno “rifondare” un Parlamento differente negli uomini e negli intenti. Anche per i connazionali all’estero ci saranno novità elettorali. Certo è che resta difficile, almeno allo stato attuale, considerare le possibili future alleanze per garantire la governabilità del Paese. Data l’aria che tira, non potrebbe proprio essere diversamente.
Con la crisi socio/economica, la Penisola è stata interessata da una serie d’eventi che hanno reso inutili le strategie del potere legislativo ed esecutivo come lo conosciamo. Se tutto procederà senza sorprese, il governo Gentiloni dovrebbe arrivare al capolinea entro la prossima primavera. Questo, però, resterà un anno di apprensioni. A nostro avviso, per il futuro, non ci sarà più una vera e propria campagna elettorale. Gli italiani, ovunque residenti, hanno le dee chiare. Come a scrivere che la logica del potere, almeno come la conosciamo, non avrà più buon gioco.
Il rinnovamento politico dovrà essere gestito proprio dai Parlamentari che andranno a rimpiazzare parte degli attuali. Questa non è già cosa da poco. Eppure potrebbe non bastare. Se il “nuovo” si sostituisce al “vecchio”, senza linee di programma, il cambiamento sarebbe più apparente che sostanziale. Insomma, c’è da chiedersi dove andrà l’Italia. Perché accanto alla politica “rinnovabile” resta una crisi economica che potrebbe durare più a lungo. Malauguratamente, quando le “colpe” politiche sono innegabili, si preferisce ancora attribuirle ad “altri”. O, in ogni caso, gli “altri” ne hanno di più.
Se ci si rendesse conto che un’era, pur con tutti i suoi possibili aspetti positivi, è alla fine, forse si potrebbe guardare al dopo con meno incertezza. Tutto considerato, per evitare mali maggiori, basterebbero pochi progetti realizzabili. E’ inutile impuntarsi su un quadro politico che resta a “tempo”. Quando la nuova legge elettorale sarà operativa, il Potere Legislativo avrà il compito di dare fiducia a un Esecutivo che sarà, in ogni modo, differente da quelli che abbiamo conosciuto nel passato. Solo dopo questo passo sostanziale, ci si potrà rendere conto su dove andrà l’Italia.
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