Il calcio riprende a giocare dopo la sosta per la morte di Piermario Morosini e subito torna la paura, in campo e sugli spalti. A Nocera Inferiore il difensore della Nocerina Marco Pomante, 29 anni, al 47′ del primo tempo dell’incontro con la Reggina, si e’ accasciato facendo tremare tutto lo stadio. Al ‘Menti’ di Vicenza il defibrillatore e’ entrato in azione sugli spalti per soccorrere un tifoso colpito da malore. Per qualche secondo e’ stato grande lo spavento causato da Pomante, finito a terra senza apparenti contatti con avversari.
In tanti hanno rivissuto le angoscianti immagini del malore di Morosini. Ma i giocatori, dopo aver attirato l’attenzione dell’arbitro, sono apparsi tranquilli. Pomante e’ stato portato via in barella, con un collare protettivo. E’ stato un ‘colpo di frusta’ a causare la perdita di conoscenza. La partita e’ ripresa regolarmente. La tac all’ospedale di Nocera ha escluso danni seri ed in serata il giocatore e’ stato dimesso.
A Vicenza il tifoso soccorso potrebbe essere stato colpito da un problema di tipo neurologico, piuttosto che cardiaco. Quando e’ stato deciso di usare il defibrillatore il paziente aveva un battito appena percepibile. Lo strumento e’ stato quindi fondamentale per permettere la stabilizzazione. Il medico che si e’ prodigato per primo sul paziente e’ uno dei due rianimatori presenti sugli spalti dello stadio vicentino; un terzo medico rianimatore e’ in servizio sul campo. Ricoverato in terapia intensiva, e’ comunque in gravi condizioni.
Un clima di grande attenzione si e’ vissuto in tutti gli stadi. Come a Bergamo, citta’ natale di Morosini. Qui ha giocato l’Albinoleffe, abituato a procedure di standard elevato. Cinque equipaggi della Croce rossa, per un totale di venti uomini e quattro defibrillatori. Uno sistemato a bordo campo, un altro negli spogliatoi. Quando gioca l’Atalanta i defibrillatori diventano otto.
Al ‘Bentegodi’ di Verona il Chievo ha un piano sanitario che prevede la presenza a bordo campo di una squadra di soccorso, con defibrillatore, coordinata da un rianimatore. All’interno della curva Maratona, c’e’ un’autoambulanza per trasportare un eventuale giocatore, ma anche arbitri, assistenti, allenatore, chiunque sia presente sul terreno. Ma si e’ pensato pure alla salute degli spettatori. All’interno del Bentegodi opera una struttura analoga a quella presente in campo, con un centro mobile di soccorso con due defibrillatori e due rianimatori, posizionati ad est e a ovest dello stadio. Scendendo fino alla serie D, a Cantu’ (Como) si gioca GS San Paolo-Borgosesia (girone A). In campo ragazzi dai 18 ai 25 anni.
Il presidente del San Paolo, Gennario Novelli spiega: ‘Tre anni fa ci siamo dotati di un defibrillatore, siamo stati tra le prime societa’ del campionato di serie D a farlo. Per fortuna non l’abbiamo mai usato. Due defibrillatori (del costo di 1500 – 2000 euro l’uno) sono stati acquistati dalla Societa’ e uno ci e’ stato donato. I ragazzi della squadra dopo la morte di Morosini erano molto turbati’.
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