Lunedi’ prossimo Lance Armstrong sapra’ se l’Unione ciclistica internazionale (Uci) annullera’ le sue sette vittorie al Tour, ma forse la questione non lo interessa piu’ dato che l’indagine della Usada ha comunque azzerato la sua immagine, dando contemporaneamente il via a un terremoto nel mondo del ciclismo. Da quando l’Usada, l’agenzia antidoping statunitense, ha messo nero su bianco le sue accuse al ciclista texano e al suo ex team, tanti protagonisti di quegli anni alla Us Postal hanno ammesso l’uso sistematico del doping, contribuendo alla demolizione di uno sport che ora rischia di perdere anche i suoi sponsor, come dimostra l’inatteso annuncio fatto oggi dal colosso bancario olandese Rabobank di chiudere dopo 17 anni i rapporti con i professionisti del pedale. ‘Non siamo piu’ convinti che il mondo del ciclismo internazionale possa rendere questo sport pulito e giusto, non crediamo che nel prossimo futuro trovi il modo di migliorarsi’, ha detto senza mezzi termini Bert Bruggink, membro del board dell’istituto, per spiegare una decisione legata a filo doppio alla pubblicazione del dossier dell’Usada. Rabobank continuera’ a sostenere le formazioni giovanili, quelle di ciclocross e l’attivita’ amatoriale, ma da fine anno togliera’ il suo logo dalla maglia di un team tra i piu’ prestigiosi al mondo, che pero’ solo ieri ha dovuto sospendere uno dei suoi atleti, lo spagnolo Carlos Barredo, messo sotto accusa dall’Uci per doping.
L’istituto olandese ha quindi deciso di dire basta, convinto che i rischi per l’immagine siano molto superiori ai vantaggi, e questa scelta rischia di essere imitata da altre aziende, con effetti devastanti sui bilanci delle squadre. Armstrong in questi giorni ha gia’ perso sostenitori come la Nike, Trek e altri L’Uci ha detto ‘di comprendere il contesto che ha portato la Rabobank a prendere questa decisione’ ringraziandola ‘per gli importanti investimenti’ e per la volonta’ ‘di non abbandonare l’impegno per l’attivita’ giovanile e amatoriale, importanti per il futuro del nostro sport’. Intanto, in questo presente torbido, un idolo degli appassionati sta diventando un untore e, se l’Uci lunedi’ lo condannera’ – ma potrebbe anche scegliere di adire al Tribunale Arbitrale dello Sport (Tas) per una decisione definitiva -, l’albo d’oro del Tour rimarra’ vuoto per sette anni, una macchia indelebile.
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