Potrebbe essere una rapina, ma la polizia lascia la strada aperta anche ad altre ipotesi. Per ora e’ un giallo la morte di Antonietta Giarrusso, 65 anni, proprietaria di un negozio di parrucche nel centro di Palermo aggredita e selvaggiamente assassinata con un coltello e una forbice rimasta conficcata nella gola della donna. Se l’assassino ha ucciso per denaro ha fallito il colpo oppure non ha avuto il tempo di cercarlo perche’ e’ fuggito via subito dopo per timore di essere scoperto. Ha cosi’ lasciato in cassa quasi mille euro in contanti.
Sembra il comportamento di un criminale che ha perso la testa. Ma la scena del delitto, in via Dante, rivela un comportamento piu’ lucido. L’assassino si e’ preoccupato di portare via il manico del coltello, che si e’ spezzato nella colluttazione, e ha chiuso a chiave la porta del negozio per ritardare la scoperta del cadavere. Per questo, oltre alla rapina, non si escludono altri moventi.
Antonietta Giarrusso era divorziata e aveva un compagno molto anziano. E’ stato proprio lui a scoprire il delitto. Aveva tentato inutilmente di mettersi in contatto con la donna che al telefono non aveva risposto. Quando e’ arrivato in via Dante 52 ha trovato la porta chiusa. Assalito da un presentimento, ha chiamato un fabbro per forzare la serratura. Sembrava tutto in ordine ma in un ripostiglio aperto c’era il corpo della donna in un mare di sangue. Era stata colpita sette volte: aveva anche tentato di ripararsi alzando il gomito nel quale e’ stata riscontrata una ferita. A questo punto il coltello si sarebbe spezzato. Per uccidere l’assassino ha quindi impugnato una forbice, trovata su un tavolo, con la quale ha colpito la vittima alla gola. Sarebbe questa la ferita mortale.
Per il medico legale Antonietta Giarrusso sarebbe stata uccisa tra le 11 e mezzogiorno. L’ultimo a vederla in vita, davanti al suo negozio, e’ stato l’ex portiere dello stabile vicino. Si conoscevano da 40 anni. ‘Era una persona per bene, conosciuta e stimata da tutti’, ha detto ricordando il suo carattere mite e solare.
Quel negozio, che nell’insegna recava il nome di ‘Ninni’ come la donna era chiamata, e’ una delle piu’ antiche e conosciute boutique di parrucche. Era anche un punto di riferimento, rivela un medico vicino di casa, per tanti pazienti oncologici che perdono i capelli nei trattamenti chemioterapici.
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