In una intervista al settimanale Chi, donna Assunta Almirante, vedova di Giorgio, leader fondatore del Movimento Sociale Italiano, che ha rappresentato per quasi mezzo secolo la destra estrema nel parlamento italiano, così identifica Gianfranco Fini, che era stato “allevato” come un proprio figlio, erede e portavoce di quella stessa scuola di pensiero, assieme al suo degno scagnozzo Italo Bocchino: “Due personaggi in cerca di partito. Una battaglia persa, come quella di Don Chisciotte e Sancho Panza… Non date retta a Fini e tantomeno a Bocchino. Una volta stanno con Casini, un’altra con Rutelli e poi con nessuno. Vanno alla ricerca di qualcuno che faccia il partito con loro. Fini è ancora quello che il nostro popolo pensava che fosse e che invece non è. Gli uomini di destra non si fidano più di lui. Chi si può fidare ancora di Bocchino?". "Sa qual è il loro problema? Tra poco – osserva ancora donna Assunta – Fini dovrà lasciare la poltrona di presidente della Camera e stanno cercando qualcuno che metta la faccia per le prossime elezioni. Se si voterà con le preferenze, chi vuole che voti Bocchino?". "Montezemolo non ci starà. Accetterebbe solo da numero uno della lista. E non andrà nemmeno nel Pdl, dove il numero uno è Alfano. Quella di Fini e Bocchino è una battaglia contro i mulini a vento".
Non ci sono commenti ulteriori da fare a questo sfogo della 87enne moglie di Almirante. Esprime la cruda realtà che tutti gli italiani si sono fatti del voltagabbana, arrivista, presuntuoso, vacuo e “posone” Fini. Dietro a quell’aria superba non c’è assolutamente niente. E’ destinato a fare, come sottolinea Donna Assunta, il “secondo” in eterno, se trova qualcuno che se lo tiene per quello che ha rappresentato con la forza del “suo” vecchio partito (che ha ereditato e distrutto). Ma poiché, già subito dopo la dipartita di Giorgio Almirante, il nostro Gianfry fu contestato in un congresso del MSI al palazzetto dello Sport all’Eur a Roma, proprio dai suoi seguaci che già avevano subodorato e percepito allora il tradimento in atto, vuol dire che il destino di Fini ed il suo “schiavutiello” è quello descritto dalla troppo buona donna Assunta: quello di Don Chisciotte e Sancho Panza. C’è da dire, però, che Don Chisciotte era un sognatore vero, idealista, ma puro e sempliciotto, mentre Don Fini è un semplice arrivista che si attacca al tram di passaggio più capiente e sicuro! A proposito, ma la casa di Montecarlo?…
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