‘L’urgenza di un recupero valoriale che restituisca un’anima alla politica’ viene sottolineata in un articolo pubblicato dal Settimanale cattolico umbro La Voce, dall’arcivescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e vice presidente della Ceu (Conferenza episcopale umbra), mons. Domenico Sorrentino.
‘Il governo Monti – scrive fra l’altro mons. Sorrentino – si configura come governo ‘tecnico’. Sta facendo scelte importanti, che stanno passando indenni sul filo dell’emergenza ma sono destinate ad avere incidenza duratura. Scelte impopolari, che i partiti hanno volentieri affidato a un governo ‘neutro’ non obbligato a misurarsi con previsioni elettorali. Ma tutto questo non pone forse un interrogativo sul senso e la tenuta della democrazia?’.
‘Non voglio dire, come da qualche parte si e’ detto – prosegue l’arcivescovo – che la scelta di questa formula di governo sia anti-democratica. Le cose sono state fatte, soprattutto per merito del presidente della Repubblica, con senso di responsabilita’, in vista del bene comune, secondo le regole. Ma fa pensare il vicolo cieco in cui si e’ cacciata la democrazia dei partiti, con la sua incapacita’ di esprimere una cultura politica condivisa, al di la’ di schieramenti e programmi: condivisa tra gli ‘addetti ai lavori’ e soprattutto condivisa con la gente’.
‘Il rapporto tra societa’ civile e istituzioni pubbliche – si legge ancora nell’articolo – che avrebbe bisogno di essere ridisegnato secondo principi di solidarieta’ e sussidiarieta’, per dare forza congiuntamente all’iniziativa sociale e all’ autorita’ statuale, viene a trovarsi in uno stato di grande labilita’. Quando mi capita di stare accanto ad operai impegnati nella salvaguardia del loro posto di lavoro (penso, per il territorio della mia diocesi, al caso Merloni, alla Faber, a tante altre aziende) percepisco, nell’animo dei lavoratori un sussulto di dignita’ e di solidarieta’. Si chiede allo Stato di fare qualcosa. E come non rivendicarlo? Ma si constata quanto poco lo Stato riesca a fare, in una situazione in cui le scelte che creano o tolgono lavoro si fanno su una scacchiera che va ben oltre gli Stati. C’e’ un problema di governance mondiale’.
Secondo mons. Sorrentino, ‘occorre rilanciare una Carta dei diritti umani e del lavoro che sia universalmente riconosciuta e rispettata. Resta soprattutto, sullo sfondo della politica nazionale e sovra-nazionale, l’urgenza di un recupero valoriale, che restituisca un’anima alla politica e, prima ancora, un orizzonte etico in cui ricollocare con forza la nostra vita personale e sociale’.
Discussione su questo articolo