di Vincenzo Donvito – ADUC
Il recente exploit della cosiddetta riforma del codice della strada è servito per riproporre ottusità, ignoranza, violenza e stupidità tipica di chi ritiene divieto di produzione e consumo di cannabis come salvifico per gli individui e per lo Stato: se hai fumato una canna e ti metti alla guida anche una settimana dopo, pur essendo ampiamente spariti gli effetti alteranti del consumo, sei soggetto a multa fino a 6mila euro e ritiro immediato della patente per 3 anni. Crediamo che al primo ricorso giudiziale dei vessati, giustizia sarà fatta.
Intanto, però, continuiamo a perdere tempo e denaro per star dietro a questi trogloditi del diritto e della civiltà. E non ci sentiamo per niente eccessivi nell’usare questi termini, visto che è proprio di questi giorni la diffusione dei dati federali Usa (Census Bureau) che ci informano che negli Stati in cui la cannabis è legale ci sono stati più di 9,7 miliardi di dollari di entrate fiscali dalla marijuana dalla metà del 2021, 734,8 milioni dei quali nel terzo trimestre del 2024.
Non solo, ma siccome si tratta di introiti fiscali da marijuana terapeutica e ricreativa, è per quest’ultima tipologia di consumo che si registrano i maggiori incassi.
Nove virgola sette miliardi di dollari, una quantità di introiti fiscali che, in un Paese come il nostro dove la cannabis è illegale, al saldo dei magri introiti che vengono fatti dal molto limitato uso della cannabis medica (legale, quanto boicottata), significa che questi introiti li lasciamo in mano alle mafie che gestiscono il mercato nero.
Non solo, ma a questi mancati introiti dobbiamo anche aggiungere gli enormi costi (giudiziali, sicurezza e sanitari) che il divieto comporta.
Tutto questo accade perché si continua a vietare una sostanza i cui effetti sanitari, economici e sociali sono di per sé inferiori a quelli dei legalissimi tabacco e alcol.
A parte alcuni irrecuperabili legislatori che hanno costruito le proprie fortune sulle menzogne a go-go che spandono per accreditarsi come paladini del buono, crediamo che dati come quelli che abbiamo riportato andrebbero quanto meno considerati da chi – a mo’ di pecora (non ce ne vogliano i bovidi) – approva tutto quello che gli viene proposto da chi in questo modo garantisce loro pezzi di potere e di poltrone.