Con il titolo “Gli strani nostalgici delle dittature altrui” sul Corriere, Pierluigi Battista se la prende con chi ha paura e, in pratica, non crede alla reale consistenza di queste “Primavere arabe”. Certo, parlar male sui nostri giornali di rivoluzioni, manifestazioni di piazza è difficile, in quanto nei nostri vocabolari sessantottini, tali espressioni sono indicativi di lotta contro il sopruso e la tirannide, … comunque, a prescindere, da qualsiasi parte provengano, senza neanche conoscere gli artefici di tale spinta. Ed è grave, perché, sia chiaro: le manifestazioni spontanee di piazza non esistono assolutamente se non sono sobillate e programmate da qualcuno dietro le quinte, specialmente nel mondo arabo, dominato da clan personali o religiosi!
Mi dispiace, ma Pierluigi Battista, ‘gioca sporco’: non può accorpare in un unico calderone tutte le dittature europee con quelle arabe e gridare: viva la democrazia! Questa è pura teoretica filosofica: definire movimenti liberatori: tutti quelli che si oppongono al governo in carica, inneggiando parimenti alle Primavere di Praga ed a quelle mediorientali. Forse ci si è dimenticati dell’avvertimento di Magdi Allan, quando diceva che con la tecnica della dissimulazione, si entra nei sistemi di uno stato per poi combatterlo dall’interno promuovendo delle sollevazioni popolari, apparentemente spontanee per poi, instaurare, in un secondo tempo, un fondamentalismo esasperato. Ad avallare il fatto è determinante l’appoggio egoista di molte democrazie occidentali, che bramano apparire le più forti sostenitrici delle rivolte, sperando, forse, un domani, di avere un po’ di gas o petrolio a minor costo.
Non dimentichiamoci che la Francia ha allevato Khomeini per riportarlo in Persia, col fine di cacciare il tiranno Scià che vendeva il petrolio agli americani e piazzare la Elf come primo collaboratore del “democratico” Iran. Mi sa dire, ora, Battista se era meglio la dittature dello Scià o la “primavera” di Khomeini? E che dire della Francia in Libia, quando l’Italia aveva ottimi rapporti economici con Gheddafi?
Mi dispiace tanto, ma non riesco a credere che i moderati musulmani domineranno l’integralismo, creando una nuova era felix di cultura araba. Gli attuali governanti lo sanno: sono in quel posto perché lo hanno voluto i fondamentalisti che, prima o poi, chiederanno lo scotto.
Per lavoro ho avuto contatti con Ministeri egiziani del “vecchio regime”: certo un po’ di nepotismo e di bustarelle giravano, ma se dovessimo definire quel sistema: tirannico, noi, ora, in Italia come potremmo definire la nostra democrazia realizzata? Non è certo meno ladronesca e padronale di quella egiziana che ho conosciuto. Caro Battista, domando: Dovremmo anche noi preparare una Primavera italica?
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