I ristoratori hanno protestato per chiedere al Governo la possibilità di riaprire. Purtroppo, durante la manifestazione, si sono infiltrati anche dei facinorosi inclini alla violenza. Ora, bisogna distinguere chi protesta legittimamente da chi usa la violenza. I ristoratori sono stanchi di questa situazione di chiusura senza ricevere dei ristori adeguati. Ci sono famiglie che stanno finendo sul lastrico. Molte di queste famiglie sono già in condizioni veramente precarie. Il Governo ha il dovere di ascoltare queste persone che vogliono solo fare una cosa: lavorare onestamente.
Non è corretto bollare una categoria come “fascista” o “facinorosa”. I ristoratori sono persone che lavorano e pagano le tasse. Ora, in questi mesi di lockdown, i ristoratori sono rimasti fermi e hanno dovuto pagare le tasse. Tanti ristoranti hanno già chiuso i battenti definitivamente o stanno chiudendo. Tra questi, ci sono stati anche coloro che si sono suicidati. Non si parla di questi ultimi, ma è bene parlarne. Un imprenditore che costruisce la sua azienda e che fallisce perché è costretto a chiudere ha dei contraccolpi psicologici. Si sente un fallito e questo può portarlo a fare scelte gravi.
Una persona che sente di avere perso tutto e di non potere più porre rimedio ai suoi problemi può arrivare a compiere atti inconsulti e molto gravi.
Il Governo ha il dovere di ascoltare queste persone. Chi ha fatto violenza alla manifestazione ha fatto un danno ai ristoratori che hanno protestato per difendere il proprio lavoro. La maggioranza dei manifestanti è pacifica e vuole difendere i suoi diritti ed il proprio lavoro. Il Governo ha il dovere di ascoltarla, anche per evitare tensioni vere e proprie.