Alessandro Giuli, ministro della Cultura, intervenendo a Montecitorio di fronte alle Commissioni Cultura di Camera e Senato per illustrare le linee programmatiche del suo dicastero, ha parlato anche di diplomazia culturale: “Il lavoro di diplomazia culturale deve diventare centrale e strategico anche dal punto di vista di una politica internazionale che sappia svolgere il proprio ruolo di mediazione, strumento di dialogo e di pace in un mondo percorso da guerre sempre più diffuse”.
L’impegno all’estero, ha aggiunto, “sarà indirizzato in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale verso vari settori”.
Servono consiglieri per la sicurezza del patrimonio culturale
“Ci impegneremo maggiormente a difendere l’arte dai pericoli del nostro tempo. La sicurezza del patrimonio colpito, ad esempio, dai cambiamenti climatici sarà al centro del nostro lavoro, come è stato anche al centro del recente G7. Servono consiglieri per la sicurezza”. Lo ha detto il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, osservando che l’Italia “non ha un piano per la messa in sicurezza delle opera d’arte in caso di tragici eventi imprevisti di carattere bellico o di eventi atmosferici calamitosi”.
Entro l’anno 1400 nuove assunzioni al Mic
“Crediamo nel nostro patrimonio culturale come fondamento dell’identità nazionale, motore dell’economia, strumento di politica estera, ma questo patrimonio funziona se i lavoratori sono riconosciuti e valorizzati come meritano”.
“In relazione all’organizzazione del ministero intendiamo procedere in continuità con il lavoro sviluppato negli ultimi due anni, nei quali si è avviato un procedimento assunzionale che ha visto l’inserimento nei ruoli di 4.205 unità e vedrà l’ingresso di ulteriori 1.400 unità entro la fine dell’anno. È del resto intenzione di questo ministero programmare un ulteriore reclutamento di risorse che possa garantire un passaggio di conoscenze per massimizzare l’esperienza acquisita per una migliore efficacia ed efficienza del dicastero”.