Cambio ai vertici del Dipartimento per l’informazione e l’editoria. Il Consigliere Elisa Grande, è stata sostituita dal dott. Ferruccio Sepe, prima Consigliere dell’Ufficio per il bilancio e per il riscontro di regolarità amministrativo-contabile della Presidenza. Carica che ricopriva dal 2008. 57 anni, nato a Napoli, laureato in giurisprudenza, il dott. Ferruccio Sepe, è già stato Direttore dell’Ufficio per il sostegno all’editoria e ai prodotti editoriali nel 2006. La Grande fu nominata nell’aprile 2009, quando prese il posto di Mauro Masi che, nel frattempo, era stato nominato alla direzione generale della Rai. Un incarico, il suo, alle dirette dipendenze di Paolo Bonaiuti, ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio che tra le sue deleghe aveva anche quella per l’editoria. Il rapporto con l’ex giornalista e portavoce del premier era solidissimo, così come quello con il plenipotenziario del Cavaliere, Gianni Letta. Da lei, dipendevano la parte amministrativa dei contributi ai giornali e la pubblicità istituzionale del governo che la Grande voleva caparbiamente assegnare solo ai giornali di grande tiratura infischiandosene dei piccoli, insomma per lei il
pluralismo non esisteva….
La dirigente è finita pero’ nelle intercettazioni con Luigi Bisignani in merito all’inchiesta sulla P4 ed è stata ascoltata dalla procura di Napoli come persona informata dei fatti per i suoi contatti con Luca Simoni, il direttore responsabile dell’agenzia di stampa Il Velino. La notizia, riportata nei giorni scorsi dal Fatto quotidiano, suggerisce che l’agenzia di stampa con sede in via del Tritone abbia beneficiato di contributi pubblici maggiori grazie all’intervento determinante della dirigente. In contropartita, lei avrebbe dato maggiore visibilità ad alcuni esponenti del governo.
Maliziosamente, il quotidiano rivela anche che durante l’interrogatorio alla Grande sarebbe stato chiesto conto di una collana di perle regalatale da Simoni. Che Il Velino fosse considerato troppo vicino alla maggioranza era risultato evidente soprattutto per la pubblicazione di una notizia che spiegava gli interessamenti dell’intelligence per la casa a Montecarlo abitata da Giancarlo Tulliani, cognato del presidente della Camera, Gianfranco Fini. Era una battaglia più politica che giudiziariae l’intervento dell’autore dell’articolo, Vittorugo Mangiavillani, era sembrato un tassello ulteriore nella campagna di stampa per delegittimare la terza carica dello Stato. Che l’agenzia sia vicina all’ex governo lo dimostra anche il fatto che Daniele Capezzone, portavoce del Popolo della libertà (Pdl), ne sia stato direttore editoriale. Particolare non irrilevante per supporre la liaison, così come la presenza di una rubrica fissa per l’ex ministro degli Esteri, Franco Frattini.
Se dalle supposizioni si passa ai fatti, è innegabile che l’agenzia abbia ricevuto particolari benefici dai finanziamenti all’editoria nell’arco di un breve periodo. A gennaio 2010, nella convenzione che la presidenza del Consiglio ha siglato con le agenzie, Il Velino è stato equiparato a quelle di medie dimensioni e, di conseguenza, ha visto variare la cifra riconosciuta, passando da 700 mila a 2,2 milioni di euro. La Grande, durante l’interrogatorio da parte del sostituto procuratore Woodcock, ha ribadito «l’assoluta trasparenza e la correttezza alle quali si è sempre attenuta».
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