E cosi’ Silvio Berlusconi ha preso la sua decisione: si dimettera’ dopo l’approvazione delle misure anti-crisi – che ci ha chiesto l’Europa – contenute nella legge sulla stabilita’. La promessa e’ stata consegnata dal premier nelle mani del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Dopo quello che e’ accaduto ieri sera, verso dove va l’Italia? Interrogativo a cui e’ difficile dare risposta. L’Europa continua a farci pressioni, continua a chiederci riforme anche "scomode" dal punto di vista del consenso politico, ma necessarie per il Paese. I temi sono diversi: pensioni, giovani, tagli ai costi della politica. E’ necessario adesso che il Parlamento, lasciando da parte le casacche politiche, si metta a lavorare per la nazione intera, una volta per tutte.
Troppe ne abbiamo viste, in questi ultimi due anni di legislatura. Dalle escort al lettone di Putin, dalle olgettine a Tarantini e Lavitola: non era possibile uscirne indenni. Ma a noi il Cavaliere manchera’, non ci vergognamo certo di dirlo: non abbiamo mai avuto il "mal di pancia", non abbiamo mai avuto dubbi sul fatto che, nonostante tutto, l’uomo di Arcore avrebbe potuto davvero rifare l’Italia, avrebbe davvero potuto cambiare questo Paese. Lui, nessun altro avrebbe potuto farlo, perche’ il premier e’ coraggioso, è decisionista, è profondamente liberale, ma gli attacchi continui dei media e le corporazioni conservatrici, interne anche al suo partito, lo hanno fiaccato e imbrigliato: l’esagerata spasmodica ricerca del consenso non solo del popolo, ma anche degli amici, dei falsi consiglieri, degli alleati, gli ha impedito di guardare in faccia la realta’ e di scegliere percorsi difficili ma in certi casi obbligatori, inevitabili.
Chi scrive segue Silvio Berlusconi dal ’94, da quando e’ sceso in politica. Il sottoscritto ricorda benissimo quei giorni, l’entusiasmo e l’energia che derivavano dalla voglia di cambiamento, dalla novita’ rappresentata da Forza Italia e da un uomo che fino al giorno prima era riuscito ad avere successo con tutte le sue avventure imprenditoriali. Un Re Mida, Silvio, nel campo dell’imprenditoria. In politica, pero’, non si puo’ agire come in un’azienda, le forze in campo in democrazia non consentono le decisioni a un uomo solo.
Il Cavaliere e’ stato massacrato durante questi anni, sputtanato a livello internazionale, tradito da Gianfranco Fini ma non solo, da molti altri, che da lui hanno avuto moltissimo, e che alla fine l’hanno lasciato solo. Le ultime defezioni, le più insospettabili, lo hanno colpito dritto al cuore e alla sua età è difficile riprendersi dalle delusioni. Da Veronica in poi gli abbandoni si sono moltiplicati, e anche l’uomo più ottimista, più tenace nelle sue convinzioni, più sicuro di essere amato, non può continuare a coltivare illusioni in solitudine.
E adesso? Ora l’unica strada che secondo noi sarebbe giusto percorrere e’ quella del voto anticipato. Non vorremmo assistere a manovre parlamentari lontane dai cittadini, non vorremmo che la sinistra approfittasse della situazione per garantirsi spazi di potere senza passare attraverso il consenso del popolo. Certi dinosauri della politica sono degli specialisti, quando si tratta di arrivare al governo attraverso giochi di palazzo. Se deve essere voto, che voto sia, prima possibile. A meno che davvero si pensi ad una nuova legge elettorale, da fare in tempi brevissimi, considerando che di mezzo c’e’ anche un referendum: gli italiani vogliono poter scegliere direttamente i propri rappresentanti in Parlamento. Soprattutto, andrebbe rivisto il meccanismo di voto degli italiani nel mondo, che nelle ultime due elezioni politiche – lo abbiamo visto – ha fatto acqua da tutte le parti. Ma forse Berlusconi e Bossi non vorranno seguire questa via: l’attuale sistema di voto in Italia permetterebbe loro di fare piazza pulita di tutti quei cosiddetti dissidenti, di tutti quei rappresentanti delle varie correntine, che in questa legislatura hanno dato solo problemi. Vedremo.
In ogni caso, se Silvio ha annunciato le sue dimissioni, non e’ detto che sparira’ dalla politica italiana. E se cosi’ sara’, vorra’ dire che finalmente potra’ godersi in santa pace la sua villa ai Caraibi, i suoi yacht, i suoi soldi. Anche se il Cav non e’ tipo da stare con le palle a mollo nell’acqua del Mar Caribe. Una cosa e’ sicura, in ogni caso: se decidera’ di lasciare la scena pubblica in maniera definitiva, Silvio potra’ almeno recuperare anche il tempo che gli hanno tolto, quello delle serate in compagnia di belle e giovani donne, tra canzoni, barzellette e champagne. E questo, per uno come lui, sul piatto della bilancia avrà il suo bel peso. Speriamo.
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