dell’inviata Stefania Passarella – ANSA
Lotta all’Italian sounding, tutela dei consumatori e valorizzazione del Made in Italy. Cibus, il Salone internazionale dell’alimentazione che torna a Parma dopo il lungo stop imposto dal Covid-19, riparte da qui. Dal sostegno e valorizzazione per un intero settore, quello dell’alimentare e agroalimentare, che – investito dalla crisi pandemica – si e’ rivelato piu’ centrale che mai, in grado di guardare al futuro con numeri in positivo: per il 2021 punta dritto a 154 miliardi di fatturato con un incremento dell’8%. Necessita’ di tutela rimarcate dagli interventi inaugurali del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, e dal presidente di Confindustria Carlo Bonomi. Entra nel vivo la lotta alla contraffazione.
Di Maio, collegato dalla Farnesina da dove segue la crisi afghana, non usa mezzi termini: “Pratiche dannose, come l’Italian sounding, hanno raggiunto dimensioni preoccupanti, specialmente nell’agroalimentare”. Intervenendo all’assemblea pubblica di Federalimentare, il ministro ha in particolare evidenziato “l’intensa azione di contrasto” del piano per la promozione straordinaria del Made in Italy 2021 approntato insieme al Ministero delle Politiche agricole. Tra i punti chiave il potenziamento della rete estera “con l’inserimento negli organici di alcune Ambasciate di esperti del settore agroalimentare che lavoreranno alla promozione e tutela dei prodotti italiani, con attenzione a questioni doganali, dazi e barriere non tariffarie”. Settore “traino” per il Sistema Paese “anche durante la crisi pandemica”, l’agroalimentare punta al rilancio anche guardando all’estero. L’Italia e’ tra i primi dieci esportatori mondiali nel settore, ha ricordato Di Maio, col valore dell’export nei primi cinque mesi del 2021 che e’ cresciuto dell’8,6% rispetto allo stesso periodo del 2020. Ma soprattutto e’ cresciuto del 2% anche rispetto al 2019, anno pre-pandemico. Una linfa vitale che va sostenuta. Ecco perche’ Di Maio si impegna a rendere “strutturale, all’interno della Legge di Stabilita’, il sostegno all’export, attraverso una previsione di spesa pluriennale”.
Dall’assemblea di Federalimentare sferza gli interlocutori pubblici il leader degli industriali italiani, Carlo Bonomi, quando puntualizza che “il ruolo preminente dell’industria di trasformazione alimentare” non e’ a suo avviso adeguatamente riconosciuto. Bonomi ha evidenziato i numeri che danno forza alle imprese del settore dell’industria alimentare che nel 2021 “ha a portata di mano il traguardo dei 50 miliardi di export dell’agroalimentare sui mercati mondiali con un fatturato che potrebbe superare il 9% del Pil italiano”. Un dato, ha rimarcato il presidente di Federalimentare Ivano Vacondio, che segna un nuovo punto di partenza e non di arrivo. E Cibus, ventesima edizione, si conferma una grande vetrina non solo nazionale, ma mondiale di tutto cio’ che l’Italia offre come eccellenza nel mondo. Dalla quattro giorni organizzata da Fiere Parma e Federalimentare passa anche il segnale della ripartenza in presenza dei grandi appuntamenti fieristici internazionali. Accesso con Green pass, punto tamponi rapidi all’ingresso, mascherine obbligatorie all’interno.
Misure anti-Covid che non hanno scoraggiato gli espositori: oltre 2mila aziende presenti per 500 lanci di nuovi prodotti, oltre 3.500 gli appuntamenti tra buyer italiani e internazionali solo nel primo giorno di fiera. Tra le grandi assenze l’Asia – Giappone e Cina – e l’Australia ma in compenso buona presenza di Medio Oriente, Sudafrica, Nord Europa, Russia. Da Corea e Usa broker presenti in modo significativo. Una fiera che solo tre mesi fa sembrava impossibile da realizzare e che invece oggi parla di capacita’ di innovazione e rilancio.