Antonio Di Pietro, sulla crisi del M5S, parlando a Radio Cusano Campus ha detto: “Il merito del M5S è stato quello di portare nelle urne la rabbia dei cittadini. Arrivato nelle urne e avuto quel successo però si trattava di costruire una classe dirigente e lì ci voleva più umiltà e più responsabilità. Vendere la pelle dell’orso prima di averlo preso mi è sembrato un azzardo. Mettersi alla finestra a dire che è finita la povertà è stata una presa in giro e la gente si è sentita presa in giro. Salvini, che è un furbacchione, ha cavalcato un cavallo facile come l’immigrazione, quando invece Di Maio dice: risolviamo la povertà, diamo lavoro a tutti, azzeriamo i debiti, è come dire di volere la botte piena e la moglie ubriaca. Troppi ruoli per Di Maio? Io facevo il ministro e il segretario del mio partito, ma non facevo due ministeri, anzi me ne hanno tolto metà perché facevo il ministro dei trasporti e dei lavori pubblici e quello dei lavori pubblici me l’hanno tolto. E non facevo il vicepremier, anzi prima di me c’erano una sfilza di capoccioni”.
Le indagini sui politici dei partiti tradizionali non hanno premiato il M5S. “Il popolo italiano ha cominciato a capire che i magistrati fanno il loro lavoro, non si vota in base a quello che fanno i magistrati, ma si vota in base a quello che non fa il politico. Il motivo per cui non hanno votato il M5S, non è perché tutti gli italiani sono contro i magistrati, è perché si sono resi conto che le promesse sono andate al vento”.
Sul reato di abuso d’ufficio. “Ognuno ha tirato per la giacchetta questo tipo di reato per gli interessi propri. C’è chi dice che va cambiato, chi dice che va sostituito e chi dice che va lasciato così com’è. Secondo me l’abuso d’ufficio è un reato particolarissimo che è un po’ una sconfitta per lo Stato. Così com’è formulato aiuta i colpevoli e danneggia gli innocenti. E’ scritto in un modo tale per cui se tu fai una cosa che non devi fare vieni punito, però devi sapere che dovevi farlo in quel modo. Ma allora se so che dovevo farlo in un modo e lo faccio in un altro, che lo faccio a fare? Lo faccio perché c’ho qualche guadagno. Allora questa norma va rivista perché così com’è l’innocente ci rimette e il colpevole ci guadagna. Il colpevole fa finta che ha sbagliato, dice: 2+2 per me fa 5. Ci deve essere una discussione serena lasciata ai tecnici, ma se invece la discussione la fai a due giorni dalle elezioni hai rovinato la possibilità di farlo pure dopo perché dicono che sei prevenuto”.