Antonio Di Pietro, intervenuto a Radio Cusano Campus, sulla pace fiscale ha detto: “E’ una truffa di parole. Altro non è che un condono. Pace fiscale è cominciata dagli anni ’50, ogni volta si dice che è l’ultima volta. E’ passata ormai l’idea che tanto se non paghi prima o poi arriverà un provvedimento per cui se non paghi 100 paghi 10. Siccome il governo non ha i soldi perché non riesce a ridurre le spese e aumentare le entrate, fa queste cose per aiutare i delinquenti. Io lo ritengo immorale e ingiusto, perché aumenta la voglia di non pagare ed è ingiusto nei confronti di quelle persone oneste che le tasse le hanno sempre pagate tutte. Io non me la sto prendendo con questo governo che doveva essere del cambiamento invece è uguale agli altri nel reperire le risorse. Gli altri dicevano facciamo un condono, loro invece la chiamano pace fiscale. E’ certo che stai in pace, perché hai un debito e te lo tolgono, ma ci ritroviamo ancora una volta in un Paese con due pesi e due misure. La cosa che più mi offende è la truffa di parole. Condivido quello che ha detto Di Maio sul fatto di tagliare gli sprechi e i privilegi per abbassare le tasse, non condivido invece reperire i soldi coi condoni”.
Sull’operato del governo. “Luci e ombre. Ci sono cose che posso condividere, però aspetto questo governo sulle cose fatte. Loro dicono: faremo, faremo. Dimmi che cosa hai fatto. Anche adesso per gli evasori è previsto il carcere, solo che se gli fai il condono non vanno in carcere. Loro dicono: in futuro, in futuro”.
Sull’accordo tra la Lega e la Magistratura riguardo il sequestro dei 49 milioni. “Non so i colleghi quale norma di legge abbiano individuato per rateizzare un corpo del reato –ha dichiarato Di Pietro-. Sono molto curioso di leggere questo provvedimento sul piano tecnico. Se tu fai una rapina e ti trovo i soldi sotto al cuscino non è che ti dico me li ridai un po’ alla volta. Però la Procura della Repubblica con un’interpretazione della legge che salva il diritto di fare politica da una parte e il diritto dello Stato ad avere ciò che gli è stato tolto, ha fatto un provvedimento corretto sul piano istituzionale. Non dico che lo condivido, ma umanamente e istituzionalmente lo accetto”.