Omaggio del ministro degli Esteri Luigi Di Maio alla comunità italo-americana negli Stati Uniti. Gli italiani e gli italo-americani negli States “rappresentano il ricco tessuto sociale che collega il popolo italiano e quello americano e il loro contributo alle nostre relazioni bilaterali è eccezionale”, ha detto il capo della Farnesina, intervenendo all’evento virtuale organizzato in occasione della sua visita a Washington per celebrare i 160 anni delle relazioni diplomatiche tra Italia e Stati Uniti.
La collaborazione tra Roma e Washington è “particolarmente stretta” nella regione mediterranea, ha spiegato Di Maio, nel quadro del ‘Dialogo strategico Italia-USA sul Mediterraneo allargato, che “si concentra sulle aree di crisi, Libia compresa, sulla cooperazione in materia di difesa, sull’antiterrorismo e sull’energia”.
“Insieme agli Stati Uniti – ha ricordato il capo della Farnesina – guidiamo gli sforzi per promuovere la stabilità in Iraq e siamo in prima linea nella lotta al terrorismo attraverso la Coalizione Globale anti-ISIS”.
A fronte di minacce globali senza precedenti, il partenariato tra Italia e Stati Uniti non e’ mai stato tanto importante. Di Maio ha ricordato come alla base dell’azione comune di Italia e Usa vi siano i valori fondanti della democrazia, della liberta’, dei diritti umani, della liberta’ di culto, dello stato di diritto e del commercio libero e aperto. Poi ha sottolineato anche come “Alleanza atlantica e impegno per l’integrazione europea” continuino a rappresentare il fulcro della politica estera italiana.
“Siamo convinti che una piu’ stretta cooperazione multilaterale sia la chiave per affrontare le sfide globali”, ha detto il ministro facendo riferimento in particolare al contenimento della pandemia di Covid-19 e alla lotta ai cambiamenti climatici. Da un lato, Di Maio ha evidenziato come gli Stati Uniti siano stati “al fianco dell’Italia” sin dal primo giorno della pandemia; dall’altro, ha parlato del grande contributo che i due Paesi possono dare alla transizione digitale e verde, un processo per il quale “dobbiamo ripensare le nostre economie e le nostre società”.