Luigi Di Maio racconta il caso Forti in un’intervista rilasciata a Le Iene pochi giorni dopo l’annuncio del prossimo rientro in Italia dell’ex produttore, dopo 20 anni trascorsi in un carcere di massima sicurezza in Florida per un omicidio al quale si e’ sempre dichiarato estraneo.
“Credo nell’innocenza di Chico – dice il ministro degli Esteri – ed e’ per questo che ci abbiamo lavorato con tutte le nostre forze, ho preso a cuore questa battaglia: e’ stato un lavoro silenzioso, di squadra, abbiamo portato a casa questo risultato. Siamo molto contenti, e sono contento che anche lui ne sia felice”.
“La prima volta che ho sentito parlare” di Chico Forti e’ stato “sei anni fa. Ero ad un convegno alla Camera dei Deputati” organizzato sul suo caso da alcuni parlamentari. E, da ministro degli Esteri, “ho deciso di pianificare ogni passaggio con Joe Tacopina, l’avvocato di Chico: ogni azione che abbiamo fatto, l’abbiamo fatta insieme”.
“Abbiamo elevato al massimo livello istituzionale la questione ‘Forti’. Quando incontravo Mike Pompeo, segretario di Stato americano, ero io a porla. In passato non so nello specifico” cosa sia stato fatto. Ma “a volte veniva fatto porre il caso da un diplomatico, da un funzionario, da un sottosegretario…”, ha proseguito il responsabile della Farnesina rispondendo ad una domanda.
“Abbiamo lavorato sia con l’ambasciatore Varricchio, il nostro ambasciatore negli Stati Uniti che ringrazio”, sia con il Governatore della Florida, Ron DeSantis, e “personalmente con le autorita’ delle amministrazioni degli Stati Uniti. E il 23 dicembre scorso e’ arrivata la firma, da parte di DeSantis” per il rientro in Italia.
“Chico Forti verra’ trasferito in Italia, oggi e’ in un carcere statunitense, dopo quasi ventuno anni di detenzione. Io voglio dire, e voglio essere molto chiaro su questo, che credo nell’innocenza di Chico ed e’ per questo che ci abbiamo lavorato con tutte le nostre forze. Portarlo in Italia significa, a questo punto, far iniziare il lavoro alle autorita’ giudiziarie italiane, che devono acquisire i documenti, riconoscere la sentenza qui in Italia”.
“Credo che qualsiasi italiano, cittadino, essere umano di buona volonta’ riconosca che ventuno anni sono tanti, sono veramente tanti”, ha concluso Di Maio alla domanda se Forti dovra’ restare in carcere in Italia in attesa dell’iter da parte della giustizia.