“Non c’è una sola storia d’Italia ma, accanto a quella del territorio nazionale, si è sviluppata una storia degli italiani, tante storie degli italiani, quante erano le comunità italiane trapiantate all’estero. La storia dell’emigrazione italiana è, prima ancora dell’Unità d’Italia, la storia unitaria del nostro popolo”. Queste parole, rivolte dal Presidente Mattarella alla comunità italiana in Argentina, hanno una valenza che va oltre le circostanze e i confini territoriali e riguardano sia gli italiani che vivono nei confini che quelli che vivono in altre parti del mondo.
Noi ne siamo stati sempre convinti, ma il fatto che siano state pronunciate dalla più alta carica dello Stato dà a queste affermazioni un significato che impegna le classi dirigenti del Paese non meno dei connazionali che hanno deciso di realizzare lontano dall’Italia i loro progetti di vita e di lavoro. Questo comporta che finalmente quando si parla di italiani è il caso di fare riferimento a un’identità plurima, che tenga conto anche delle esperienze e dei valori maturati in emigrazione. Significa, ancora, che la promozione della lingua e della cultura italiana nel mondo non deve essere solo una trasmissione unidirezionale della tradizione italiana ma deve poter recuperare tutte le articolazioni che si sono determinate nei rapporti, favoriti soprattutto dagli italiani all’estero, con le altre lingue e le altre culture e innestarsi in un quadro multilinguistico e multiculturale.
Non si tratta di un rituale riconoscimento di circostanza per gli italiani all’estero, ma di un invito al nostro Paese a liberarsi delle scorie del provincialismo e ad assumere una visione globale della sua presenza e della sua iniziativa internazionale, ponendosi al livello delle sfide presenti. Una delle più importanti è certamente quella delle migrazioni. Mattarella su di esse ha affermato che “i temi della solidarietà e della dignità della persona, si scontrano – prima ancora che con preoccupazioni legate alla sicurezza – con intolleranza, discriminazioni e diffusa incapacità di riuscire a comprendere ciò che è in atto, ciò che sta accadendo nel mondo”. E’ in gioco, insomma, la capacità di saper leggere il mondo e ciò che in esso accade, e noi siamo d’accordo con lui.
Per quanto ci riguarda, abbiamo inteso il nostro impegno politico e parlamentare in questo senso. Per questo abbiamo chiesto e ottenuto che il decreto sulla Buona Scuola all’estero tenesse conto della ricchezza e della varietà delle esperienze formative maturate nei diversi contesti geopolitici e nelle diverse realtà culturali, chiediamo da anni che la storia delle migrazioni, soprattutto dell’emigrazione italiana, sia insegnata nelle scuole in modo interdisciplinare, chiediamo ancora che come in Argentina esiste per legge il “dia del inmigrante italiano”, in Italia vi sia una legge che sancisca la giornata nazionale degli italiani nel mondo.
Vogliamo rivolgere al Presidente Mattarella un grazie sentito e riconoscente per quanto ha detto sull’emigrazione e sugli italiani nel mondo e, ancora di più, per la guida ferma e serena che sta esercitando in un momento non facile della nostra vita nazionale.
I Deputati del PD Estero: Farina, Fedi, Garavini, La Marca, Porta, Tacconi
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