Ognuno di noi vorrebbe avere uno splendido sorriso, con denti bianchissimi. Ma non sempre è possibile: cibo, fumo, caffeina, fanno perdere il bianco ai nostri denti. Per questo 45 mila italiani si sottopongono ogni anno a un intervento di sbiancamento dei denti. Numeri che riguardano i canali ufficiali. Ma ci sarebbero almeno altri 50mila interventi svolti da igienisti abusivi, almeno secondo l’Associazione Igienisti Dentali Italiani (Aidi). Attenzione, allora: perchè l’intervento di sbiancamento è piuttosto semplice, ma se non viene svolto nel modo giusto rischia di compromettere seriamente la salute dei denti.
Marialice Boldi, presidente Aidi, spiega: "Oggi le possibilità offerte dal mercato sono in grado di rispondere a tutte le esigenze dei pazienti, sia che vogliano affrontare un trattamento esclusivamente professionale, sia che vogliano eseguire il trattamento domiciliarmente, con mascherine appositamente preparate per loro o, ancora, che vogliano acquistare il prodotto direttamente nelle farmacie o parafarmacie. Ma il vero rischio è che a seguire il paziente siano persone non competenti, soprattutto quando si utilizzano strumenti come il laser, per i quali servono corsi di formazione specifici ed approfonditi".
"I professionisti inoltre, siano essi odontoiatri o igienisti dentali, hanno il dovere non solo di essere aggiornatissimi e informati su tutte le techiche, ma anche di selezionare attentamente i pazienti a cui consigliare lo sbiancamento e far comprendere loro che il ‘fai da te’ può essere dannoso e controproducente per la salute dei denti".
Laura Strohmenger, direttore del Dipartimento di Odontostomatologia dell’azienda ospedaliera San Paolo Polo Universitario di Milano, aggiunge: "Gli agenti sbiancanti, attivati tramite la luce laser, infatti penetrano in profondità nei tessuti duri dentali, fino agli strati più superficiali della dentina, in modo da ottenere uno sbiancamento più efficace e duraturo rispetto a uno non fotoattivato, senza comunque causare danni alla polpa".
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