Tutto in politica si può riconsiderare. Il principio che, invece, non potrà essere mai modificato è, e resta, la Democrazia popolare partecipativa. Anche con la nuova legge elettorale, pur se monocamerale, sarà sempre il cittadino a decidere chi governerà il nostro Paese.
Oggi, impropriamente, si parla e si scrive di una mancanza di democrazia diretta. Si dovrebbe, invece, approfondire la democrazia partecipativa. Del resto, la nostra Costituzione è assai chiara sotto questo profilo. Infatti, il cittadino, per le opportune vie, può chiedere al Parlamento d’elaborare provvedimenti normativi. Spetta, sempre, al Popolo sollecitare il Parlamento a elaborare provvedimenti urgenti e può, ancora, con i referendum, correggere le eventuali mancanze di norme.
Di certo, gli italiani hanno un senso della politica operativa assai più sviluppato d’altri cittadini UE. I segnali li abbiamo avuti ed è meglio non dimenticarli. Tra i tanti, rammentiamo il più recente quando, per volontà popolare, fu annullato il Premierato forte voluto dall’Esecutivo Bossi, Berlusconi, Fini. Eravamo nel 2006. Quindi, non più di nove anni fa.
Con gli stessi presupposti, la Corte Costituzionale bocciò il meccanismo elettorale noto come “Porcellum”. Aprendo la via alla nuova legge elettorale. Del resto, quanto abbiamo segnalato, non rappresenta che una sintesi della sinergia popolare e della validità dei suoi contenuti che, poi, sono stati traghettati in Parlamento.
Quindi, ancora una volta, e con l’esperienza d’oltre mezzo secolo d’analisi del nostro panorama politico, suggeriamo a chi ci legge, dentro e fuori i confini nazionali, di non delegare, ma pretendere la partecipazione attiva sulle decisioni vitali per il Paese. Il tempo non ci manca; anche se dubitiamo, per quanto premesso, che l’Esecutivo Renzi sia in grado di rimanere in carica, anche succedendo a se stesso, sino alla primavera dl 2018.
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