Graziano Delrio, capogruppo del PD alla Camera, sul Pd che vince solo nei grandi centri ha detto: “Noi abbiamo vinto tantissimi comuni sotto i 10mila abitanti delle province italiane. E’ una lettura un po’ semplificatoria dire che il PD vinca solo nelle grandi città. Si può anche ribaltare l’analisi: nelle grandi città che guidano lo sviluppo italiano si ha più coscienza di tutto ciò che serve e si sa distinguere meglio tra le promesse e i fatti. A Milano dove governiamo noi forse si capisce la differenza tra chi parla di un’emergenza immigrazione che non c’è e chi invece pensa a come creare nuovi posti di lavoro. Noi abbiamo fatto un passo in avanti e dobbiamo continuare a lavorare uniti, aggregando il più possibile forze come +Europa e forze ecologiste. Crediamo che il Paese abbia bisogno di nuove elezioni per cambiare questo governo”.
Sul leader della Lega: “Salvini prima minaccia Saviano poi dice che il problema delle scorte non va affrontato in maniera politica. A me sembra più un bullo da bar che promette, fa grandi discorsi e poi quanto rientra a casa sta zitto. E’ un modo di fare politica che può impressionare quelli che stanno ai tavoli del bar, ma poi il Paese è fermo, l’economia peggiora e i posti di lavoro diminuiscono. Gli italiani sono più interessati a creare posti di lavoro oppure a sentire chi se la prende con l’Europa o gli immigrati? La politica è fatta di cose serie e concrete oltre che di strategie di lungo periodo. Il voto per la Lega è un voto di chi cerca a tutti i costi una via d’uscita, vuole capire se questo signore sarà in grado di portarci fuori dalla crisi. Purtroppo è un voto che non tiene presente che Salvini è una delle cause che ci ha portato ai problemi che abbiamo adesso, perché prima crescevamo ora siamo tornati indietro. Lui è stato furbo dando la colpa ai 5 Stelle, quando invece lui è l’azionista principale del governo. Sono molto preoccupato per il tasso di astensionismo. Il tema di come rafforzare la partecipazione dei cittadini alla democrazia è un tema che tutte le forze politiche si dovrebbero porre”.
Sull’Europa. “Noi siamo fortemente e convintamente europeisti e non ce ne vergogniamo. Non ci siamo mai fatti mettere i piedi in testa dall’UE. Battere i pugni sul tavolo in Italia e lasciare che gli altri decidano è un modo più singolare. Se loro avessero conseguito in questi anni risultati migliori dei nostri gli farei i complimenti. Se però i dati dicono che hanno fatto molto peggio, dimostrano che quello che hanno detto è stata solo propaganda. L’Europa va cambiata, ma va resa più forte. L’Italia purtroppo con Salvini sarà fuori dal tavolo, Di Maio non pervenuto perché non si sa cosa pensi dell’Europa, Conte credo che non vada neanche calcolato”.