Benedetto Della Vedova, senatore e sottosegretario agli Esteri, promotore dell’intergruppo cannabis Legale, commentando il rapporto del Consiglio d’Europa sulla popolazione carceraria in 45 paesi, ha detto a Radio Radicale: “A maggior ragione in un paese che soffre cronicamente di sovraffollamento carcerario, in cui il tema del numero dei detenuti è una questione di legalità degli istituti penitenziari stessi, bisognerebbe interrogarsi su come sia possibile che l’Italia sia in testa alle graduatorie in termini di percentuale di detenuti per reati connessi alla droga, quali siano i tipi di reati e per quali sostanze”.
“In termini di operazioni di polizia – ha sottolineato Della Vedova – oltre diecimila sono legate alla cannabis. E’ evidente che tra i tanti elementi connessi al fallimento del proibizionismo, c’è anche l’abnorme numero di detenuti per traffico di stupefacenti. Peraltro, a fronte del massimo delle carceri non abbiamo il minimo della diffusione di sostanze stupefacenti: al contrario, c’è un aumento costante del consumo. Questa è una ragione in più per partire dal mercato più vasto (oltre 6 milioni di consumatori, dice l’Istat) quale quello della cannabis e arrivare alla definizione di un quadro di legalità”.
“Sul Corriere della Sera di oggi c’è una paginata sui rischi della cannabis, in particolare quelli che derivano per i giovani consumatori e non solo, relativi alla adulterazione della sostanza: anche quello è un fallimento del proibizionismo sulla cannabis, che non ne ha ostacolato la diffusione, sempre maggiore, ma che invece impedisce che i consumatori abbiano a che fare con sostanze controllate”.
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