Governo gialloverde in crisi sul decreto fiscale. Il Movimento 5 Stelle propone di convocare per venerdì un Consiglio dei ministri per modificare le norme sulla pace fiscale, dopo l’accusa lanciata ieri dall’altro vicepremier Luigi Di Maio in merito a una “manina” che avrebbe cambiato il testo del provvedimento. Matteo Salvini non ci pensa nemmeno e da Bolzano sottolinea: “Il decreto resta così, non possiamo approvare un decreto e modificarlo il giorno dopo”. E ancora: “Non si può costruire di giorno e smontare di notte. Non ci sono regie occulte, invasioni degli alieni oppure scie chimiche”.
Insomma, la confusione è grande sotto il cielo di Roma. Con le forze di opposizione che non perdono nemmeno un secondo per andare all’attacco dell’esecutivo Jamaica. “Salvini e Di Maio litigano, lo spread sale. Gli italiani pagano, i risparmi sono a rischio e gli speculatori brindano”: così Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio e candidato alla guida del Pd. A sinistra ecco anche i sindacati, Cgil, Cisl e Uil, parlano di “condono generalizzato”, una “scelta scellerata”, “uno schiaffo ai lavoratori, ai pensionati e ai grandi contribuenti onesti del Paese”.
Ma la vicenda non è ancora finita. Solo pochi minuti fa il premier Giuseppe Conte da Bruxelles ha assicurato: il Cdm si farà. Ecco le parole del premier: “Il Consiglio dei Ministri si svolgera’, a convocarlo sono io, il premier sono io. Se ci sara’ Salvini non lo so, c’e’ la campagna elettorale al Nord e non so se fa in tempo a rientrare, ma il Cdm ci sarà”. “Non stravolgero’ i testi, so qual e’ l’accordo politico a monte. Mi riservo di valutare la disposizione normativa, quello che voi chiamate condono e’ una dichiarazione integrativa, e resterà”.
A una domanda su un’eventuale crisi di governo ha risposto: “E’ una prospettiva futuribile e improbabile, per dirla in breve. Per dirla con Max Weber la politica e’ passione, senso di responsabilita’ e lungimiranza. Con una crisi di governo non dimostreremmo ne’ passione, ne’ senso di responsabilita’ ne’ lungimiranza”. Ne vedremo delle belle.