Ivano Dionigi, presidente di AlmaLaurea, il consorzio interuniversitario che analizza le performance dei laureati, intervistato dal quotidiano la Repubblica si dice preoccupato per “i segni meno che ancora pesano sull’università italiana, dati che definisce allarmanti e devastanti, soprattutto per quanto riguarda il Sud e la fuga dei laureati all’estero per i quali la laurea non è un passaporto, ma un vero e proprio foglio di via, l’unico Daspo del Paese”.
“Il problema – spiega il professore a Repubblica – è che non riusciamo ancora a riportare le immatricolazioni a livello pre-crisi, avvenuta nel 2004. In questi 13 anni il saldo rimane negativo: abbiamo perso 45mila matricole. Il Nord ha guadagnato il 4,5%, il Centro ha perso il 13, il Sud il 26. Gli Atenei stanno svolgendo un enorme sforzo nel supplire una politica che latita su cultura e università che certo non sono nelle priorità neppure di questo governo”.