Sulla scia dello scandalo Datagate e delle polemiche che ha innescato, gli Stati Uniti hanno accettato di fornire all’Unione Europea informazioni sul controverso programma ‘Prism’ di sorveglianza elettronica, mentre dalla Cina traspare sempre piu’ l’irritazione di Pechino, che a sua volta vuole spiegazioni. E intanto, il volume delle rivelazioni sulla raccolta di informazioni da parte della National Security Agency continua a allargarsi a macchia d’olio. Secondo quanto ha riferito oggi Bloomberg, citando in forma anonima quattro fonti diverse, migliaia di aziende nel settore della tecnologia, delle telecomunicazioni, della finanza e dell’ industria forniscono all’intelligence Usa – su base volontaria, ma ricevendo in cambio a loro volta informazioni riservate – ulteriori dati e informazioni sensibili, oltre a quelli richiesti con ordine giudiziario. Ad esempio, produttori di sistemi hardware e software, fornitori di sistemi di sicurezza per internet e societa’ di telecomunicazioni satellitari, hanno detto le fonti, metterebbero a disposizione di agenzie di intelligence dati e informazioni sui propri sistemi operativi. In tal modo, gli esperti di cyber-spazio e cyber-spionaggio della sicurezza nazionale hanno strumenti in piu’ non solo per difendere il Paese e sventare attentati, ma anche per ‘violare’ i computer venduti nei Paesi o a gruppi avversari o nemici.
Un elemento in piu’ in un puzzle che va formandosi di giorno in giorno, e che, ha detto oggi anche il ministro della Giustizia Eric Holder, sta causando ‘danni alla sicurezza nazionale degli Usa’. Assieme al ministro per la Sicurezza interna Janet Napolitano, Holder oggi ha concordato con i commissari Cecilia Malmstrom (Interni) e Viviane Reding (Giustizia) – nel corso di una riunione sulla sicurezza Ue-Usa a Dublino – la formazione di un gruppo transatlantico che raccogliera’ tutte le informazioni necessarie alla Ue, per garantire che il diritto alla privacy dei cittadini dell’Unione europea venga salvaguardato.
E’ diversa invece l’atmosfera con la Cina. Commenti ufficiali delle autorita’ ancora non ce ne sono, ma la stampa governativa continua ad infierire, accusando in ogni modo gli Usa di ‘ipocrisia’ e ‘arroganza’. Allo stesso tempo, i giornali lasciano intendere l’aumentato interesse cinese per le sorti di Edward Snowden, la cosiddetta ‘talpa’ del datagate. Soprattutto da quando da Hong Kong, dove si e’ rifugiato, ha affermato che l’intelligence Usa da anni spia migliaia di computer in Cina. Si tratta affermazioni ‘di interesse nazionale’ cinese, ha scritto oggi il quotidiano in inglese Global Times, aggiungendo che Snowden ‘forse ha altre informazioni. Il governo cinese dovrebbe lasciarlo parlare’. E mentre negli Usa aumentano i timori che la talpa possa cercare rifugio proprio in Cina, il governo di Londra a sorpresa ha ammonito le compagnie aeree internazionali a non imbarcare su alcun volo diretto verso la Gran Bretagna il passeggero Edward Snowden, perche’ si tratta di ‘un individuo a cui molto probabilmente verra’ rifiutato l’ingresso’ nel Paese.
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