“Nelle democrazie, tutte le istituzioni, senza eccezioni, possono affermarsi e prosperare solo se sorrette dal consenso dei cittadini” (Sergio Mattarella)
“Gente come te e come me, al Quirinale, se c’è una sommossa di destra, spara, se ce n’è una di sinistra, si spara” (Giuseppe Saragat)
“La nostra Costituzione è in parte una realtà, ma soltanto in parte è una realtà. In parte è ancora un programma, un ideale, una speranza, un impegno, un lavoro da compiere” (Piero Calamandrei)
“Ci sono due modi di fare il politico: si può vivere per la politica oppure si può vivere della politica” (Max Weber)
“Bisogna che la Repubblica sia giusta e incorrotta, forte e umana: forte con tutti i colpevoli, umana con i deboli e i diseredati” (Sandro Pertini – Discorso di insediamento, 1978)
D’ALEMA AL QUIRINALE? NON È (VERO)SIMILE, MA L’IPOTESI È SUGGESTIVA
Per prima cosa, ammetto che ogni pronostico per la designazione del prossimo presidente della Repubblica può essere considerato, oggi, arbitrario e prematuro. Questo è il rimprovero che mi arriva da un lettore siciliano, Agostino Modica, perché ho citato Massimo D’Alema tra i più autorevoli candidati.
Certamente il lettore, cauto, ha ragione. L’elezione di Mattarella avvenne nel gennaio 2015 e la scadenza del mandato è prevista, alla fine del settennato costituzionale, nel gennaio 2022. In un anno e due mesi possono succedere molte cose, lo sappiamo tutti, per esperienza.
LA SCADENZA E LE INDISCREZIONI
Però vorrei proporre ai lettori due osservazioni. La prima: le grandi manovre sono già cominciate, si parla di accordi, avvicinamenti, riposizionamenti (perdonate la vaghezza e l’ambiguità di queste tre parole). Tutto, ripeto, può cambiare. Ma, al momento, queste sono le indiscrezioni più interessanti: il Pd designerebbe il personaggio per il Quirinale, i 5 stelle indicherebbero il premier; Silvio Berlusconi, senza lasciare il suo ruolo nell’opposizione del centrodestra, sarebbe pronto a dialogare con esponenti della maggioranza anche su questo punto.
D’ALEMA, VOCI CONSISTENTI
Ebbene, parlando sempre di voci, per quel che valgano nel 2020 rispetto a ciò che potrebbe succedere nel 2022, si capisce perché l’eventuale candidatura di D’Alema abbia una notevole consistenza. Sia per l’autorevolezza del nome, sia per l’astuzia di chi fa circolare il suo nome, allo scopo recondito di silurarlo subito. Interessa la mia opinione?
Dietro le quinte, dove strategicamente si è collocato, D’Alema è tuttora potentissimo e non arriverà sprovveduto all’appuntamento. Ha forti relazioni internazionali, è stato l’unico ex comunista a guidare il governo. La consistenza insomma c’è. Se poi sono solo chiacchiere, presto si vedrà.