Bibione, tra le prime destinazioni turistiche in Italia per numero di presenze, è pronta a diventare la prima spiaggia d’Italia completamente libera dal fumo: lungo tutti gli otto chilometri di costa e per tutta la sua larghezza.
Il progetto si chiama Respira il Mare e la sua fase sperimentale è iniziata già nel 2011 per poi partire ufficialmente tre anni dopo con il divieto di fumo dalla prima fila di ombrelloni e fino alla riva del mare.
Ora, dopo un congruo periodo di valutazione di eventuali criticità organizzative – perché sui benefici per persone e ambiente non vi sono mai stati dubbi – l’amministrazione comunale in accordo con gli operatori turistici è pronta a fare il salto definitivo, ovvero: chiedere ai propri ospiti di non fumare più in spiaggia.
“Sin dall’esordio, Respira il Mare non ha voluto essere un’iniziativa contro i fumatori – spiega il vicesindaco della località balneare e promotore dell’iniziativa, Gianni Carrer – quanto piuttosto un diritto alla salute per tutti. La nostra proposta ha incontrato da subito l’interesse del Ministero della Salute che ha voluto conoscerne i dettagli per proporla come modello da applicare. Così, tante spiagge hanno deciso di seguirci e noi siamo stati assolutamente felici di essere imitati”.
Importante anche il sostegno e l’attenzione ottenuti da OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), il Ministero della Salute, Regione Veneto, Asl 10 e l’Istituto Nazionale Tumori.
Proprio uno studio di quest’ultimo (condotto nel 2015 da un gruppo di lavoro guidato dal dott. Roberto Boffi) ha evidenziato che il fumo passivo esiste anche in spiaggia ed è tutt’altro che trascurabile: a circa 10 metri di distanza e con una velocità media del vento di 2,7 m/sec, si generano picchi molto elevati di inquinamento (250 microgrammi/mc), che si verificano contemporaneamente alla percezione olfattiva. Pur durando solo pochi secondi, questi picchi sono di uno o due ordini di grandezza superiori non solo a livello basale della spiaggia, ma anche a quello generato dal traffico alla rotonda di ingresso della località, una zona a elevato traffico veicolare. Il valore medio di Black Carbon (indicatore della presenza di idrocarburi policiclici aromatici, molti dei quali tossici e cancerogeni), dall’inizio alla fine delle fumate è stato di 7,4 microgrammi/mc contro il 2,1 alla rotonda succitata e 1,8 del basale della spiaggia.
Danni per la salute delle persone, ma anche dell’ambiente sia per i mozziconi lasciati sulla sabbia sia per quelli che finiscono in acqua. Recentemente, anche il Codacons – coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori – si è detto preoccupato degli effetti del fumo in riva al mare e indicato la spiaggia veneta come modello da seguire.
Da Bibione nessun timore di particolari ritrosie da parte dei fumatori. “É un finto problema, tanto che già nella fase sperimentale – conclude il Sindaco della località, Pasqualino Codognotto – abbiamo avuto la massima collaborazione di tutti, tabagisti e non, e ad oggi non è stata fatta nemmeno una multa. Preferiamo parlare di diritto alla salute piuttosto che di divieto di fumo”.
Chi desidera accendersi una sigaretta lo potrà naturalmente fare in zone dedicate che saranno individuate dall’amministrazione comunale insieme agli operatori turistici.
Discussione su questo articolo