Dacia Maraini intervenuta a “Bagheera – Manuale di sopravvivenza dalla giungla quotidiana” su Radio Cusano Campus. In occasione dell’uscita del suo nuovo libro “Writing like breathing. Sessant’anni di letteratura”, edito da Gruppo Albatros, la scrittrice ha fotografato lo stato attuale della cultura italiana e il ruolo, ancora chiave, della narrativa in Italia. Ecco i passaggi chiave dell’intervista.
Sulla voglia di scrivere degli italiani: “Tutti vogliono scrivere, hanno quest’esigenza. Me ne accorgo nei vari incontri che tengo, c’è sempre qualcuno che mi lascia un manoscritto o che cerca di farmi leggere qualcosa. Di per sé è anche una cosa bella, vuol dire che siamo un popolo bisognoso di esprimersi, ma spesso s’ignora che la scrittura presume che si legga molto. Non è pensabile l’idea di progettare di scrivere un libro senza prima averne letti moltissimi perché per costruire un palazzo ci vogliono le fondamenta”.
Sulla scrittura come mestiere: “Scrivere non significa mettere su carta o su computer un dialogo. E’ un mestiere e, come tale, presume una fortissima disciplina. Il lavoro di progettazione di un libro o di uno spettacolo teatrale è lungo e complesso e va portato avanti senza fretta e scavando a fondo. Saper parlare l’italiano non coincide per forza con l’essere uno scrittore o l’ambire a diventarlo. E’ importante chiarire questo passaggio… anche per tutti i giovani che a questo mestiere si avvicinano”.
Sul ruolo della narrativa in Italia: “I libri servono ad insegnarci la nostra lingua. A partire da quella meravigliosa e folle rivoluzione che Dante operò nella sua Divina Commedia, con cui passò dal latino all’italiano, la narrativa è diventata lo strumento ideale per imparare nuovi termini e un nuovo modo di esprimersi. I bambini che sono abituati a leggere con una certa ferquenza, non a caso, hanno una più spiccata proprietà linguistica”.
Sul nuovo libro: “Il mio nuovo libro “Writing like breathing. Sessant’anni di letteratura” è rivolto principalmente a chi ambisce a diventare uno scrittore. E’ una raccolta di sessant’anni di miei lavori divisi tra narrativa, teatro e poesia che vuole indicare una strada a chi ha intenzione di intraprendere questa carriera. Credo, però, che possa essere una lettura interessante anche per chi studia la lingua e le sue sfaccettature”.