L’arte come continuum, senza divisione fra scuole e periodi. Questo il tema sviluppato a Rimini nella mostra composta da 70 quadri, che abbraccia un periodo di cinque secoli, dal ‘400 al’inizio del ‘900, allestita da Linea D’Ombra al Castello malatestiano, inaugurata il 21 gennaio e che chiuderà il 3 giugno prossimo.
La mostra, gemellata con quella di San Marino, Da Hopper a Warhol, nasce concettualmente come una festa per i 15 anni di Linea d’Ombra, la creatura di Marco Goldin.
“Da Veemer a Kandisnsky” il titolo, con continui rimandi alle suggestioni reciproche fra pittori vissuti in periodi diversi, con la parte del leone giocata dall’Italia, con la pittura veneta del ‘500, fra cui spiccano “Il riposo durante la fuga in Egitto” di Paolo Veronese e la “Deposizione del Cristo” di Tintoretto, accanto a dipinti di Tiziano, Lorenzo Lotto e Gerolamo Savoldo.
La Serenissima è protagonista anche con il Settecento e i suoi Giovan Battista Tiepolo (“L’apoteosi di Enea”), i vedutisti Bellotto, Canaletto e Francesco Guardi.
Altri grandi in mostra Carracci, Guercino, Mattia Preti, Guido Reni, Luca Giordano e, fra gli stranieri, Velázquez, Murillo, El Greco, Ribera, Zurbarán, nonché i fiamminghi e la pittura olandese dei pittori fiamminghi Antoon Van Dyck, i due allievi di Abraham Bloemaert Hendrick ter Brugghen e Gerard van Honthorst e infine Vermeer, con il famoso “Cristo in casa di Maria e Marta” , unico quadro ad argomento religioso dell’olandese, che per la prima volta esce dalle mura della National Gallery of Scotland di Edinburgo.
Discussione su questo articolo