Carissimo,
ti scrivo a poca distanza dall’ultima newsletter perché queste settimane sono state molto complesse per la politica e per l’Italia. Personalmente ho preso una decisione forte, importante, di discontinuità con l’impegno politico portato avanti per oltre 20 anni, e voglio condividerla anche con te. Non è stata una scelta fatta a cuor leggero, ma non bisogna mai aver paura di andare controcorrente.
Facciamo un passo indietro. Le emergenze che il Paese sta affrontando sono molteplici: famiglie in difficoltà, prezzi alle stelle e imprese costrette a fare i conti con caro energia, crisi idrica e un virus resiliente che ci perseguita. In una situazione così drammatica l’Italia chiedeva stabilità, non caos. E invece alla crisi di governo innescata da Conte e dal Movimento 5 Stelle, si sono accodati Forza Italia e Lega, ponendosi sullo stesso livello dei grillini nel determinare la caduta dell’esecutivo Draghi.
E’ stato un gesto di assoluta irresponsabilità, che condanna l’Italia al voto anticipato e mette a repentaglio gli investimenti del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, oltre che diversi provvedimenti ancora da ultimare.
Capisco l’ansia di inseguire Salvini – che a sua volta tenta di rincorrere Meloni nei sondaggi – ma mai avrei immaginato che Forza Italia voltasse le spalle all’Italia: bisognava avere il coraggio di mettere al primo posto il bene del Paese, dicendo no una volta per tutte a sovranismo e populismo.
Una battaglia che ho cercato di combattere all’interno del partito, senza riuscire però ad invertire la rotta.
Di fronte a tutto questo, dopo tanti anni di militanza, ho deciso quindi di lasciare Forza Italia: un movimento in cui non c’è più spazio per i moderati, che ha scelto di cedere lo scettro alla Lega di Salvini, ben diversa dalla Lega dei territori con cui ho avuto modo di collaborare in tutti questi anni.
Ho fatto la mia scelta e non tornerò indietro.
Ora c’è “un’agenda Draghi” da portare avanti: europeismo e atlantismo, infrastrutture, ambiente, Pnrr, più soldi in busta paga per i lavoratori, drastica revisione del reddito di cittadinanza, centralità dei territori, taglio di Irap e Irpef.
Ho letto l’appello di Carlo Calenda, leader di Azione, e mi è sembrato la declinazione più seria di questa agenda: si rivolge ai ceti produttivi, alle imprese, alle partite Iva. Ai bonus, preferisce il lavoro. Sono le battaglie che ho sempre fatto, e per questa ragione ho deciso di entrare a far parte della squadra di Azione.
Dobbiamo dire chiaramente agli italiani le cose da fare, quelle che si possono fare. Non è tempo di promesse, ma di una solida prospettiva riformista.
Serve una proposta nuova in una stagione nuova.
E il vero tema adesso è se davvero il Parlamento eletto il prossimo 25 settembre riuscirà ad esprimere un governo all’altezza della situazione e in grado di continuare in questa direzione.
Grazie a tutti voi per il sostegno che mi avete dato finora. Un abbraccio a chi resterà in Forza Italia. Se invece vorrete continuare a far parte della mia squadra potete iscrivervi anche voi ad Azione cliccando sull’immagine o sul pulsante in basso. Ci aspetta una gran bella campagna elettorale… daremo il massimo come abbiamo sempre fatto!
A presto,
Mariastella Gelmini