Giorgio Napolitano torna a parlare del delicato momento economico e politico che si sta vivendo in Italia e nel mondo. Nel messaggio al neo presidente irlandese Michael Daniel Higgins, il presidente della Repubblica sottolinea: "Il superamento della grave crisi economico-finanziaria richiede piu’ che mai volonta’ di stretta integrazione, coesione e solidarieta’ nell’Unione europea", perchè – aggiunge rivolgendosi al neo presidente della Bulgaria Rosen Plevneliev – sono necessari, oggi più che mai, "risposte determinate e solidali da parte dei ventisette" Paesi dell’Ue.
Durante il suo intervento al Quirinale, in occasione della cerimonia del 180esimo anniversario del Consiglio di Stato, il capo dello Stato ribadisce: "Si avverte oggi un acuto bisogno di piu’ cultura delle istituzioni, di piu’ senso delle istituzioni, di piu’ attenzione all’esercizio delle funzioni dello Stato e alle condizioni in cui versano le sue strutture portanti". Napolitano quindi tiene il punto e rivolge il suo richiamo alla coesione dell’Unione Europea ma anche a chi in Italia rappresenta le istituzioni.
Sotto il cielo della politica, oggi si registra l’intervento di Luca Cordero di Montezemolo, che invita Silvio Berlusconi a farsi da parte (ormai sembra che questa sia diventata la moda nazionale). Il presidente del Consiglio, secondo il presidente della Ferrari, "deve rendersi conto che l’unica strada per salvare il Paese passa oggi attraverso un governo di salute pubblica". Se il premier non si deciderà a lasciare, "si concludera’ nel peggiore dei modi un percorso politico che ha ombre e luci, ma che non merita di affondare nello spirito del ‘dopo di me il diluvio’". Per il presidente di Italia Futura la soluzione ideale sarebbe un governo di grande coalizione che coinvolga sia il centrodestra sia il centrosinistra.
Non si fanno attendere le reazioni. Pier Luigi Bersani, segretario Pd, spiega che il nostro Paese corre un pericolo assoluto, "serve un colpo di reni. Subito novita’ politiche e riforme vere e immediate. La lettera del governo all’Ue ha avuto effetto nullo per mancanza di credibilita”. Antonio Di Pietro, leader dell’Italia dei Valori, annuncia per la prossima settimana un incontro con il leader Democratico e Nichi Vendola "anche per buttare giù la nostra lettera all’Europa". Ma Casini boccia questa idea: "Per quanto ci riguarda non c’e’ nessuna contro lettera da inviare a Bruxelles da parte delle opposizioni. Per noi parlano i governi in carica ed ogni ulteriore iniziativa e’ destinata ad accrescere confusione in un momento gia’molto delicato per la nostra nazione". Sempre nell’Udc, si fa sentire il segretario del partito, Lorenzo Cesa, che così commenta l’intervento di Montezemolo: "Quello che dice sul governo e sulle ricette per il Paese e’ verbo ampiamente condivisibile e noi lo diciamo da anni".
Da parte del centrodestra non si registrano le stesse parole di condivisione, come era prevedibile. L’ex ministro Sandro Bondi, coordinatore PdL, "la lettera di Montezemolo e’ il manifesto delle contraddizioni e delle velleita’ politiche di una parte della cosiddetta classe dirigente di questo Paese. Chi voterebbe in Parlamento a favore di un governo di salute pubblica e di un programma sfornato dal centro studi di Montezemolo? Ma questa in fondo e’ una domanda superflua, perche’ riguarda un questione trascurabile come la democrazia".
Sul tema del lavoro, si registrano dati molto negativi su inflazione e disoccupazione. Il 30% dei giovani non lavora. E intanto gli allarmi lanciati dal ministro del Welfare Maurizio Sacconi sul rischio che le polemiche sulle riforme del diritto del lavoro degenerino in azioni di stampo terroristico continuano a far discutere: "Il terrorismo non nasce da lucide elaborazioni estremiste prodotte all’interno del quadro politico, ma nasce dal ventre della societa’, da pulsioni che diventano irrefrenabili quando la dialettica politica da strada diventa linea politica. Quello che e’ successo a Roma e’ si’ sintomo di insofferenza giovanile, ma indica anche che sono al lavoro nuclei organizzati che operano clandestinamente per trasformare il disagio in rivolta". Ma quello di Sacconi è un "gioco pericoloso" per Massimo Donadi, capogruppo Idv a Montecitorio: "Se le cose che sta dicendo corrispondono a notizie certe e fatti circostanziati ha il dovere di riferirle alla magistratura e al suo collega Maroni, perche’ si tratterebbe di circostanze di una gravita’ inaudita".
Maurizio Gasparri, presidente dei senatori PdL, avverte: "Dobbiamo aprire un confronto a 360 gradi sui temi del lavoro. L’Europa indica nella riforma del mercato del lavoro la possibilita’ di nuove assunzioni. Altro che licenziamenti. Chi mente pone le premesse per un confronto aspro che apre la strada all’intolleranza, anticamera della violenza".
Intanto quello di oggi è stato un lunedì nero, dal punto di vista dell’economia. Umilianti paragoni con la Grecia rendono l’Italia sempre più a rischio, sempre più sotto la lente d’ingrandimento dell’Europa e del mondo. Potrebbe essere, per il nostro paese, il punto di non ritorno. Milano chiude a -3,8%, giù tutte le borse europee. Mario Draghi da domani sarà alla Bce, lui, l’uomo forte dell’euro debole, cercherà di fare la sua parte a favore di un’economia europea, italiana in particolare, continuamente in bilico.
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