Parte dal Sud, dal cuore verde dell’Abruzzo, nella Valle del Sangro, un’azione di salvaguardia della cultura gastronomica italiana. E’ il Centro di formazione di Niko Romito, ideato e gestito dal primo dei giovani cuochi abruzzesi ad aver conquistato le due stelle Michelin col ristorante Reale. La scuola di specializzazione, che si rivolge a diplomati under 40, e’ stata presentata oggi in una sorta di party che ha coinvolto tanto mondo della gastronomia locale e nazionale, con anche il presidente di Slow Food Roberto Burdese che ha assicurato la collaborazione e il supporto scientifico dell’Universita’ di Scienze Gastronomiche di Pollenzo.
La sede e’ in un ex convento, dove oggi si incrociano design, tulipani bianchi e mobili della tradizione. Attorno una vigna, un orto e un frutteto, ‘non per moda, ma per valorizzare un sapere gastronomico che necessariamente parte da prodotti di alta qualita’, meglio se curati personalmente’ ha precisato Romito. Il primo dei corsi trimestrali, una full immersioni per massimo 20 allievi, partira’ il 7 maggio e garantisce stage lavorativi in realta’ importanti. I primi a candidarsi per la selezione sono stati due giapponesi, mentre i cuochi che affiancheranno Romito nel progetto sono del calibro di Mauro Uliassi, Massimiliano Alajmo, Moreno Cedroni, Norbert Niederkofler e Andrea Berton. Il costo per il corso trimestrale di cucina italiana, che prevede molti docenti Slow Food, e’ di 11.500 euro. ‘Si tratta – ha detto Romito – di un progetto di famiglia che ha sempre sostenuto i miei sogni. Un’avventura sui valori trasmessi da mia padre: il coraggio, la forza di sacrificio e soprattutto l’etica nel lavoro. L’idea e’ quella di diffondere la cultura gastronomica, creando figure altamente professionali che poi diventeranno ambasciatori dei nostri sapori. Nella convinzione che il confronto e lo scambio di idee arricchisca tutti e dia piu’ consapevolezza a chi oggi sceglie di fare il cuoco, un mestiere che e’ diventato ora socialmente importante e ha responsabilita’ come ha sottolineato il cuoco che si mise ai fornelli per il G8 post-terremoto.
‘E’ stato naturale aderire a questo progetto – ha aggiunto il presidente di Slow Food Burdese – perche’ ha parole-chiave vicine alla nostra filosofia. Col pregio che nasce in un periodo di crisi, e al Sud. A ulteriore testimonianza della serieta’ e coraggio di questo imprenditore che dara’ ai suoi allievi le ‘istruzioni per l’uso’ per fare un mestiere che oggi e’ cool, e proprio per questo ha grandi potenzialita’ ma anche alta responsabilita”. Per Gaetano Menna, amministratore delegato del pastificio Garofolo, Romito avvia ‘un importante ripristino dei sapori e dei mestieri’.(ANSA)
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