Il Getty Museum è uno dei musei d’arte più famosi al mondo. Si trova a Los Angeles e su una collina della città californiana dal 1997 è ospitato il Getty Center mentre nella sede di Malibu, alla Getty Villa, è raccolta l’arte antica. Per la verità il Getty Museum ha avuto diverse controversie con lo Stato italiano e quello greco per l’acquisizione e l’esposizione di alcune opere, risultate poi trafugate, ma nonostante tutto, rimane un punto di riferimento dell’arte mondiale.
Nel 1983, per fare un esempio, il Getty Museum acquistò, dall’allora Germania Est, 144 manoscritti medievali, dalla Ludwig Collection di Aachen. A Los Angeles c’è un apposito tram, modernissimo, che porta fino all’ingresso del museo e quelle sale sono diventate una meta per milioni di turisti e appassionati d’arte. Quando si dice Getty Museum ovviamente non si può dimenticare di parlare di Paul Getty, miliardario americano, fondatore della Getty Oil Company, che già nel 1957 era riconosciuto da Fortune come il più ricco americano in vita, mentre nel 1966 il libro dei Guinness lo inserì tra i propri record come il cittadino privato più ricco al mondo con una fortuna valutata all’epoca di 1,2 miliardi di dollari (approssimativamente 8,7 miliardi ai giorni nostri). Era un avido collezionista d’arte e di pezzi d’antichità e dalla sua passione è nato il museo e il centro che portano il suo nome.
E se oggi il Getty Museum è uno degli istituti d’arte più famosi e celebrati al mondo non può passare inosservato il fatto che, al momento di scegliere il nuovo capo curatore dei dipinti, una delle posizioni più prestigiose all’interno del museo, sia andato in Italia, sì a Modena, ingaggiando il direttore della Galleria Estense, Davide Gasparotto. "Si tratta di una figura di spicco nell’ambito del Rinascimento – così il direttore del Getty, Timothy Potts, ha descritto lo studioso italiano – fino alla pittura e alla scultura italiana del diciottesimo secolo. Gasparotto inoltre porta una ampia, eccezionale conoscenza dell’arte europea di altri periodi".
Davide Gasparotto, nato a Bassano del Grappa, è uno studioso di livello internazionale, attuale direttore della Galleria Estense di Modena negli ultimi due anni, in precedenza ha passato dodici anni come curatore alla Galleria Nazionale di Parma. "Gasparotto porterà nuove prospettive e una grande vitalità al settore – ha aggiunto Potts – arricchendo in questo modo la già prestigiosa storia del Getty Museum a livello di acquisizioni, mostre, ricerca scientifica e pubblicazioni".
Gasparotto prima all’università poi alla Scuola Normale Superiore di Pisa ha studiato Storia dell’Arte e Archeologia Classica e durante gli incarichi avuti, a Parma e Modena, ha ottenuto grandi successi internazionali come il Paul Mellon Visiting Senior Fellow al Center for Advanced Study della National Gallery di Washington nel 2007 e tra il 2011 e il 2012, l’Andrew W. Mellon Fellow al Metropolitan Museum of Art. Ha curato diverse mostre, tra le quali si possono ricordare ‘Bonacolsi l’Antico’ (assieme a Filippo Trevisani) al Palazzo Ducale di Mantova e ‘Pietro Bembo e l’invenzione del Rinascimento’ (in collaborazione con Guido Beltramini e Adolfo Tura) al Palazzo del Monte di Pietà di Padova.
La nomina di Gasparotto rappresenta poi una prima volta assoluta per l’Italia, anche se in passato Federico Zeri era stato consulente di Paul Getty, mentre Salvatore Settis, ex direttore della Normale di Pisa ed editorialista di Repubblica, aveva diretto il centro di ricerca del museo americano.
"È stato un percorso cominciato a maggio – ha raccontato Davide Gasparotto alla Gazzetta di Modena – sono stato segnalato al direttore Timothy Potts dal collega del Metropolitan di New York, Keith Christiansen. Non c’è stato un vero e proprio concorso, ma ci sono stati diversi incontri, prima via Skype, poi di persona a Los Angeles e Londra. Ho avuto la possibilità anche di conoscere James Cuno, presidente e capo esecutivo del Getty Trust che gestisce il museo. Si tratta di un museo dalle enormi possibilità e devo ammettere che anche l’offerta economica è buona, ma soprattutto avrò l’opportunità di svolgere un lavoro molto bello, come capo curatore avrò la gestione di tre colleghi esperti ed io riempirò il vuoto sul Rinascimento. Tra i miei compiti ci saranno gli allestimenti e la cura delle mostre, materie in cui ormai sono esperto, ma dovrò anche comprare".
Si tratta di un successo della cultura italiana, che è finito anche sulle pagine del Los Angeles Times, un altro settore di cui andare orgogliosi, ma non può mancare il rammarico di vedere ancora una volta andare all’estero ch invece in Italia potrebbe dare un eccezionale contributo, certo se ci fossero strutture, mezzi economici e organizzazione adeguati.
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