"Nessuno si illuda – scrive Fidel Castro in un intervento sulla stampa cubana – che il popolo di questo nobile e disinteressato paese rinuncera’ alla gloria e ai diritti, alla ricchezza spirituale che ha guadagnato con lo sviluppo dell’educazione, la scienza e la cultura". Il messaggio è diretto al presidente degli Usa Barack Obama, dopo il suo viaggio a L’Avana e il suo intervento in tv.
Il lider maximo è critico nei confronti di Obama. E sottolinea: "Siamo capaci di produrre gli alimenti e le ricchezze materiali di cui abbiamo bisogno, grazie allo sforzo del nostro popolo: non abbiamo bisogno che l’impero ci regali niente". L’ex presidente cubano, 90 anni, consiglia al presidente Usa di "riflettere prima di elaborare teorie sulla politica cubana".
La storica visita a Cuba di Obama ha innescato un vivace dibattito nelle edizioni online della stampa cubana, e sebbene in calce all’articolo di Fidel si leggono solo commenti ammirativi, in altri spazi il tono cambia sensibilmente. E’ cosi’ che, sotto a un articolo pubblicato da Juventud Rebelde – organo ufficiale dell’Unione dei Giovani Comunisti – sul discorso di Obama, c’e’ chi osa segnalare che "la fonte principale dell’attuale diseguaglianza a Cuba e’ la corruzione, non le forme di produzione non statale" o che "i motivi per i quali ci continuano a spiegare che il nostro socialismo e’ un sistema superiore sembrano presi da un manuale marxista, e non hanno alcun nesso con la realtà".
Commenti a parte, Fidel non ci sta. E a pochi giorni dalla storica visita a Cuba di Barack Obama l’ex presidente critica il discorso televisivo che il presidente Usa ha rivolto all’opinione pubblica locale dal Grande Teatro dell’Avana. Il disgelo tra Cuba e Usa è appena cominciato, ma l’intervento di Fidel a questo punto potrebbe rallentare il percorso di avvicinamento tra i due Paesi. Oppure è soltanto lo sfogo del più anziano leader comunista che non vuole mollare.
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