Prima riunione del tavolo vitivinicolo, voluta fortemente dal sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali Gian Marco Centinaio, a cui hanno partecipato in video collegamento tutti i principali soggetti della filiera.
Tra i temi sul tavolo, la sofferenza finanziaria e la mancanza di liquidità dovuta alla chiusura del canale Horeca, che ha penalizzato soprattutto piccole e medie imprese, la gestione delle giacenze, una maggiore flessibilità sulla promozione, ma anche le gelate dell’ultimo periodo che hanno distrutto una parte cospicua delle produzioni in alcune regioni.
“Sono convinto – ha detto Centinaio – che il vino sia la punta di diamante dell’agroalimentare del nostro Paese e che sia in grado di trainare tutto il made in Italy, così come credo che una buona parte del turismo che arriverà nel prossimo futuro potrà essere legato a questo settore. Vista la situazione economica e sociale che stiamo vivendo metterò tutto l’impegno possibile. Mi concentrerò su interventi che riguardano tre macro settori: aiuti alle imprese, promozione in Italia e all’estero, semplificazione e sburocratizzazione. Quanto prima conto di aggiornare questo tavolo su misure e progetti. È il momento di tirarsi su le maniche e lavorare per dare al settore delle risposte nel più breve tempo possibile”, ha sottolineato Centinaio.
Nei primi tre mesi dell’anno l’export del vino italiano è calato di un 20%. Il comparto vitivinicolo è tra i settori dell’agroalimentare nazionale che hanno maggiormente risentito delle misure messe in campo per fronteggiare l’emergenza pandemica, con particolare riferimento al blocco delle frontiere e alla chiusura del canale HoReCa, il quale da solo vale il 40-45% del prodotto venduto e che ha causato ripercussioni maggiori sulle produzioni di fascia medio-alta; l’emergenza Coronavirus ha portato a un drammatico crollo del consumo di vino italiano all’estero, che ha raggiunto il minimo storico da oltre trent’anni, con un calo del 20% dell’export nel primo trimestre del 2021.
A snocciolare questi dati è stato il presidente della Copagri Franco Verrascina, intervenendo alla riunione del Tavolo Vitivinicolo.
“Il trend preoccupante è stato principalmente determinato dagli Stati Uniti, primo mercato di riferimento per il vino italiano, dove gli acquisti si sono ridotti del 22% in quantità; la pandemia si è fatta sentire anche sull’export verso la Germania, secondo acquirente mondiale per le bottiglie nazionali, dove si è registrata una diminuzione del 24%, percentuale ingente ma addirittura inferiore a quella fatta registrare dall’export verso la Gran Bretagna, crollato del 33% anche in relazione alla Brexit”, ha precisato Verrascina.
“Alla luce di questi numeri, le imprese hanno estremo bisogno di liquidità per poter guardare al futuro e programmare la produzione; i produttori, in particolare, chiedono di accelerare con le misure messe in campo per il contenimento delle rese, discusse ormai oltre un anno fa, ma che solo di recente hanno trovato parziale applicazione, con effetti tra l’altro limitati sulla liquidità a disposizione delle aziende”, ha concluso.