Il potere d’acquisto delle famiglie va sempre piu’ giu’: la conferma arriva dall’Istat che registra nel 2011 un calo dello 0,8%. O meglio: i redditi salgono, ma l’inflazione se li ‘mangia’. Un dato, questo, che certamente non fa piacere a chi produce. Tanto che il numero uno di Confindustria, Giorgio Squinzi, spiega: ‘i dati ci dicono che lo scenario per il futuro resta difficile, molto difficile’, e l’Italia e’ in una ‘fase recessiva da cui fatichiamo ad uscire’.
E che la crisi stia ‘mordendo’ piu’ delle peggiori previsioni lo dimostra anche l’iniziativa del sindacato: per sabato 20 ottobre la Cgil ha infatti organizzato a Roma una manifestazione nazionale di tutte le aziende in crisi, dall’Ilva all’Alcoa, alla Fiat, a Finmeccanica, per citare solo quelle metalmeccaniche. Insomma non si intravedono spiragli nella spirale recessiva nella quale il Paese e’ ormai finito.
L’Istat, che intanto ha rivisto i dati del 2010-2011, conferma oggi che l’anno scorso il reddito lordo disponibile delle famiglie consumatrici e’ aumentato in valori correnti dell’1,9%, mentre la spesa per consumi finali e’ cresciuta del 2,9%. La dinamica dei prezzi ha, tuttavia, determinato una contrazione del potere d’acquisto delle famiglie (cioe’ il loro reddito disponibile in termini reali) dello 0,8%. Per compensare la diminuita capacita’ d’acquisto, le famiglie consumatrici hanno ridotto di 0,9 punti percentuali la propensione al risparmio (definita dal rapporto tra il risparmio lordo delle famiglie e il loro reddito disponibile), che e’ scesa all’8,8%.
L’erosione del risparmio, non accompagnata da una sostanziale contrazione dell’attivita’ di investimento, ha determinato una diminuzione dell’accreditamento delle famiglie consumatrici che, nel 2011, risulta inferiore ai 17 miliardi di euro (a fronte di oltre 25 miliardi nel 2010).
Il dato sui consumi delle famiglie riapre il dibattito: secondo Coldiretti per effetto del calo del potere d’acquisto sei italiani su dieci (61%) non dispongono di un reddito adeguato, ma c’e’ addirittura un 6% che non riesce mai ad arrivare a fine mese. Insomma si ‘taglia’. E la situazione e’ destinata a durare ancora a lungo: i consumi ad agosto – dice Confcommercio – sono diminuiti del 2,7% in quantita’ (-0,7% in valore) rispetto allo stesso mese del 2011. Infine, secondo la Cia, ‘i conti economici nazionali dell’Istat confermano le difficolta’ dell’agricoltura italiana. Serve cosi’ ‘una nuova politica agraria nazionale’.
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