È durato oltre quattro ore l’incontro a palazzo Chigi tra Luigi Di Maio, Nicola Zingaretti, Giuseppe Conte e Andrea Orlando. Il governo Conte bis appare sempre più vicino. La riunione è iniziata alle 21 e si è conclusa all’una.
“Siamo al lavoro ma c’e’ ancora molto da fare su contenuti e programma”, rivelano fonti Pd dopo l’incontro.
Il Pd tuttavia non ha ancora dato via libera al Governo Conte 2. Il confronto tra M5s e Pd proseguira’ domani. Ci sono ancora differenze su contenuti, programma e sulla legge di bilancio 2020. Lo si apprende da fonti del Pd qualificate.
“Dopo 4 ore di incontro il Pd non ha ancora chiarito la sua posizione su Conte. È un momento delicato e chiediamo responsabilita’, ma la pazienza ha un limite. L’Italia non puo’ aspettare. Servono certezze” fanno sapere fonti del M5S che subito dopo precisano: “Il Pd oggi non ci ha mai parlato di programmi o di manovra bensi’ solo di ministeri”.
Oltre quattro di faccia a faccia, per sciogliere gli ultimi nodi rimasti sul tavolo di una trattativa serrata. E’ ancora in corso a Palazzo Chigi, quando sono le 00.35, il confronto tra le delegazioni delle due forze politiche che si candidano a comporre la futura maggioranza, M5S e Pd. Da una parte il premier Giuseppe Conte e Luigi Di Maio; dall’altra il segretario dem Nicola Zingaretti e il suo vice Andrea Orlando. Quasi sciolto il nodo della premiership (si va verso una conferma di Conte alla guida dell’esecutivo), si ragiona sulle altre caselle ministeriali.
Secondo fonti autorevoli non ci sarebbe un ‘nodo’ Di Maio, che nel governo uscente ha ricoperto il triplice ruolo di vicepremier, titolare del Mise e del ministero del Lavoro (e che negli ultimi ‘totoministri’ viene accreditato anche per dicasteri quali Difesa e Interno): “ha carta bianca perché è lui che tratta”, è il ragionamento che si fa in ambienti 5 Stelle. Tuttavia, nell’interlocuzione tra le due parti ci sono ancora alcuni scogli da superare e si continua a lavorare per limare l’accordo.
LA GIORNATA
Giornata al ministero dell’Interno per Matteo Salvini. Non trapela nulla dallo staff del ministro, nessuna conferma o smentita, su un possibile incontro o scambio telefonico dell’ultima ora con Luigi Di Maio, di cui si parla da questa mattina. Si sa che la Lega rilancia una seconda edizione dell’esecutivo con i grillini. E mentre Salvini cerca d’inserirsi, con messaggi e incontri, nella distanza esistente fra Partito Democratico e Cinque Stelle, alcuni big della Lega chiedono apertamente un ripensamento a Di Maio.
Uno dei primi a farlo e’ Gian Marco Centinaio, ministro dell’Agricoltura e del turismo, mentre Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera, si interroga sulla possibilita’ che Conte diventi premier in seguito a un accordo Pd-M5S: “Lo stesso Conte che per un anno ci ha aiutato a fermare i barconi e a chiudere i porti, in una settimana passa dalla Lega al Pd? Che tristezza”.
Matteo Salvini ribadisce via social ancora una volta “mai col Pd!”. Intanto Forza Italia è possibilista anche per quanto riguarda un governo istituzionale, altrimenti al voto. Giorgia Meloni, leader Fratelli d’Italia: il dialogo fra Pd e M5S “e’ solo per impedire alla destra di andare al governo con i voti degli italiani”.
Nel frattempo il governo giallorosso appare sempre più vicino. Si è concluso poco fa l’incontro tra Zingaretti e Di Maio, durato circa 25 minuti. Si sono visti a palazzo Chigi. Anche il luogo è eloquente, fa pensare a una svolta. L’accordo sarebbe su un Conte bis, con ministeri chiave occupati dal Pd.
Salvini in serata, durante una conferenza stampa trasmessa in diretta Facebook, ha assicurato che la Lega c’è, in ogni caso: “Rassicuriamo i nostri, il nostro popolo, o alla maggioranza o all’opposizione noi ci siamo, sempre al vostro fianco”. E sull’eventuale accordo M5S-Pd: “Auguri. Il Pd aveva detto che mai si sarebbe alleato con i 5stelle. In una settimana ha cambiato idea. Noi non siamo attaccati alle poltrone”.
Ma perché ha scatenato tutto questo Salvini? “Era un governo dei no, così non si poteva andare avanti. Ma se siamo pronti a rilanciarlo, a cambiare ciò che non ha funzionato, noi ci siamo. Altrimenti andiamo a votare. Quello tra M5S e Pd è un patto per la poltrona, la nostra dignità vale più di mille ministeri”.