Mario Borghese, deputato del Movimento Associativo Italiani all’Estero, è intervenuto martedì nell’aula della Camera per criticare l’atteggiamento dei parlamentari che sostengono il Governo Renzi e che di fronte alla crisi umanitaria in Venezuela che sta colpendo 150 mila italo venezuelani si limitano a inscenare un “teatrino della politica”, fatto di risoluzioni, ordini del giorno – di scarsa efficacia – o proposte di invio di delegazioni nel paese per capire cosa stia succedendo.
“Continuiamo a ricevere richieste disperate di aiuto dai nostri connazionali residenti in Venezuela”, ha sottolineato Borghese, “come quella di Bruno, un italiano a Caracas da 46 anni: 73 anni con un figlio di 21 anni ammalato a carico e trenta euro di pensione per vivere nei prossimi sei mesi. Noi del MAIE non vogliamo che si perda altro tempo in azioni che hanno scarsa, o nessuna efficacia, che sono solo fumo negli occhi”.
Secondo il giovane deputato “non serve mandare medicinali in Venezuela: Maduro non li farà mai entrare, altrimenti ammetterebbe che il paese è in stato di emergenza. Non serve una risoluzione che impegni il Governo italiano a ‘definire positivamente il problema del pagamento delle pensioni’: questa situazione dipende dalla politica cambiaria venezuelana, quindi da Maduro, l’Italia non può farci proprio niente. Non servono delegazioni di parlamentari in missione in Venezuela che spendono denaro pubblico per verificare ciò che tutti già sanno da mesi. L’unica vera strada per aiutare i nostri connazionali residenti in Venezuela, secondo il MAIE, è l’assistenza diretta e straordinaria: ossia euro nelle tasche di chi ne ha disperatamente bisogno, adesso”.
“L’abbiamo chiesta con interrogazioni – ha proseguito Borghese -, abbiamo scritto al Premier, l’abbiamo ribadito incontrando il Governo, nella persona del sottosegretario Amendola, nei giorni scorsi. E continueremo a chiederla – ha concluso -, fino a quando non otterremo per i nostri connazionali in Venezuela la giusta attenzione del Governo”.
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