Arriva la "super manovra". Quella che in molti definiranno come stangata, è stata varata dal Consiglio dei ministri, approvata all’unanimità. Una manovra lacrime e sangue, che prevede fra l’altro forti tagli alla politica. Oltre 50mila poltrone in meno, fra gli enti locali. Tagli alla politica che il premier crede "siano addirittura eccessivi rispetto a ciò che sarebbe giusto fare, ma abbiamo seguito i desiderata di tanti cittadini che guardando le proprie condizioni hanno ritenuto che i parlamentari avessero delle entrate eccessive". "Abbiamo dimezzato il numero di coloro che occupano posti elettivi nei Consigli regionali, provinciali e comunali e il numero di poltrone che sono state eliminate è intorno alle 54mila" ha detto ancora. I parlamentari che hanno un altro e alto reddito, prenderanno metà stipendio.
Si punta a fare uscire l’Italia dalla crisi con tagli e imposizioni. Silvio Berlusconi ammette: "Il nostro cuore gronda sangue, proprio noi che come governo ci siamo sempre vantati di non aver mai messo le mani nelle tasche degli italiani". Purtroppo "la situazione è cambiata, la sfida è planetaria". Il presidente del Consiglio in conferenza stampa è apparso stanco, ma è comprensibile, dopo questi giorni di grande stress e lavoro. "Andiamo nella direzione chiesta dalla Banca Centrale europea. L’acquisto dei nostri titoli da parte della Bce ha frenato gli attacchi speculativi contro l’Italia".
Una manovra che potrà giovarsi del contributo dell’opposizione, perchè il governo non è orientato a mettere la fiducia, ha spiegato il presidente del Consiglio. Fiducia non necessaria, salvo imprevisti, "perché anche le forze dell’opposizione negli interventi recenti che hanno fatto hanno dimostrato di essere assolutamente responsabili per quanto riguarda qualche cosa che non riguarda la nostra situazione politica interna ma che ci è dettata dall’emergenza internazionale".
Misure drastiche, ma non erano percorribili altre strade: "Questa manovra è senza alternative, non si poteva fare diversamente", ha spiegato il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, aggiungendo: "Era un caso di necessità e urgenza, abbiamo agito di conseguenza". "Quanto varato a luglio è risultato non sufficiente. Dobbiamo arrivare al pareggio di bilancio". "Abbiamo cercato di fare una manovra equa, seguendo esigenze di giustizia. Interveniamo sulla pubblica amministrazione, anticipiamo i tagli ai ministeri, per almeno cinque miliardi. Non tocchiamo le bollette, non tocchiamo la sanità, la scuola, la ricerca, la cultura". "Nessun taglio – sottolinea Berlusconi – all’edilizia carceraria e scolastica".
Ancora Tremonti: "Interveniamo sui giochi e sulle accise dei tabacchi". "Colpiremo gli evasori grazie alla tracciabilità (sopra i 2500 euro). I negozi che non rilasceranno lo scontrino fiscale saranno chiusi". "Lavoreremo sulle liberalizzazioni, sulle privatizzazioni, sulle professioni. Come succede in Europa, le festività laiche verranno accorpate al lunedì, non tocchiamo quelle religiose".
In conclusione, il presidente del Consiglio chiosa: "Siamo personalmente addolorati, ma siamo soddisfatti, anche dell’apporto che hanno dato tutti i ministri. Abbiamo dentro di noi la sensazione di aver fatto fino in fondo il nostro dovere".
LE REAZIONI Antonio Di Pietro, leader dell’Italia dei Valori, parla di "una manovra che ha non solo ombre, ma anche molte luci", tante cose positive. "In Parlamento, noi delle opposizioni ci auguriamo di poter dire la nostra, per evidenziare le parti buone e fare più chiarezza sulle parti scure". Certo è che "non dobbiamo continuare a dire ‘questo no, questo no’", perchè se no alla fine non si riesce mai a fare nulla e a rimetterci sono sempre e solo gli italiani.
Futuro e Libertà parla attraverso il suo Vicepresidente, Italo Bocchino, secondo il quale la manovra "si potrebbe sintetizzare con lo slogan ‘più tasse e meno servizi’".
Pierluigi Bersani, intervenuto durante l’edizione straordinaria del Tg di La7, commenta: "Vorrei parlare da italiano, prima che da segretario del Pd. Sento una preoccupazione molto seria, perchè da quel che ho letto e capito fin qui, in questa manovra quel poco che c’è attacca i ceti popolari, quelli medi. Rimane il problema di fondo: non c’è nessuna ristrutturazione della manovra, si anticipa semplicemente quella manovra che tutti i mercati del mondo hannno ritenuto inadeguata; una fantomatica delega assistenziale". "Questa manovra non risolve il problema". "Non c’è niente per la crescita". "Ci esporemmo noi a dire cose difficili", il governo "non vuole dire cose difficili".
Previsto per domani mattina un altro incontro con la stampa, per dare maggiori dettagli sulla manovra approvata dal Cdm.
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