Giulio Tremonti sarà giovedì alla Camera, davanti alle commissioni congiunte di Camera e Senato, per informare sulla riforma dell’articolo 81 della Costituzione, ovvero l’introduzione nella Costituzione del pareggio di bilancio. Probabilmente, nella sala del Mappamondo di Montecitorio il ministro dell’Economia riferirà anche sulle ulteriori misure che l’esecutivo ha annunciato venerdì scorso.
Si prevede per l’occasione il pienone: all’audizione di Tremonti ci saranno tutti, da Angelino Alfano a Pierluigi Bersani, da Pierferdinando Casini ad Antonio Di Pietro. Per il PdL ci saranno i capigruppo di Senato e Camera, Maurizio Gasparri e Fabrizio Cicchitto; lo stesso vale per il Pd: Dario Franceschini e Anna Finocchiaro non mancheranno all’appuntamento. Per l’Idv, ci sarà senza dubbio Massimo Donadi. Italo Bocchino e Benedetto della Vedova per Fli garantiscono la loro presenza. Massicia anche la presenza leghista, con Rosi Mauro in prima fila.
Si tratta di una riunione parlamentare convocata in via del tutto eccezionale, vista la crisi economica che ha colpito l’Italia fortissimamente. Nella sala del Mappamondo dovrebbero esserci circa 150 persone.
Giovedì anche il presidente della Camera Gianfranco Fini sarà nel suo ufficio di Montecitorio. Il premier Berlusconi ha annunciato il suo ritorno dalla Sardegna, tre mercoledì e giovedì (il 10 parteciperà in ogni caso ai festeggiamenti in Costa Smeralda per il compleanno di sua figlia Marina).
L’opposizione continua a parlare intanto di "governo commissariato", dopo i suggerimenti della Bce al governo italiano per superare la crisi. Bersani e Di Pietro chiedono, insieme, le dimissioni di Berlusconi e il voto anticipato: si vada ad elezioni il prima possibile, dicono. Casini prende le distanze da questa posizione, e guarda al PdL con sempre maggiore interesse. Fli, attraverso un’intervista di Italo Bocchino al Corriere della Sera, è pronto a mettere da parte ogni ostilità: basta litigare, visto la condizione in cui si trova il Paese non ha senso, sottolinea il Vice di Fini. Anche Bossi oggi è stato chiaro: senza Europa non si può stare, ha detto, proprio lui che invece la Ue l’ha sempre criticata. Ma l’emergenza che vive l’Italia richiede unità e responsabilità di governo. E il leader leghista lo sa.
Giovedì a Montecitorio ci saranno tutti. Vedremo cosa ne verrà fuori.
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