La crisi greca e’ entrata ormai in un periodo decisivo, senza dubbio il piu’ cruciale nella storia del Paese dalla caduta del regime dei colonnelli nel 1974. In questo periodo e’ in gioco la permanenza o meno del Paese nella zona dell’euro e di conseguenza la sua salvezza da una catastrofe dalle conseguenze incalcolabili. Nei prossimi giorni infatti, i creditori internazionali del Paese decidono sull’esito delle trattative che riguardano lo scambio dei titoli di Stato nelle loro mani (Psi), mentre all’interno il governo dovra’ prendere decisioni molto difficili che riguardano i diritti dei lavoratori del settore privato e non solo.
In questo periodo gli osservatori politici greci prevedono una forte tensione sociale, con scioperi e manifestazioni di protesta in tutta la Grecia. In piu’ va ricordato che il Paese entra in un periodo preelettorale. Se non ci saranno cambiamenti radicali, il Parlamento greco dovra’ essere sciolto al piu’ tardi nei primi giorni di aprile per andare ad elezioni anticipate forse – secondo il ministro delle Finanze Evangelos Venizelos – il 29 aprile. Antonis Samaras, il leader di Nea Dimocratia (di centro-destra), il partito che stando a tutti i sondaggi vincera’ la consultazione, insiste che si vada ai seggi prima di Pasqua. Inoltre sono in programma per il mese di marzo le elezioni interne al partito socialista Pasok per scegliere il nuovo leader.
Nel frattempo, i rappresentanti dei creditori del Paese sono al lavoro. Oggi arrivano ad Atene i tecnici della troika – Fondo Monetario Internazionale, Unione Europea e Banca Centrale Europea – per il sesto controllo sull’andamento del primo pacchetto di aiuti assegnato alla Grecia, dal quale dipendera’ anche l’esito delle trattative sul Psi, mentre venerdi’, secondo i giornali, saranno ad Atene i tre alti funzionari della troika Paul Thomsen, Matthias Mors e Claus Mazuch, per controllare se il governo ellenico ha rispettato gli impegni scaturiti dalla firma del primo Memorandum.
Discussione su questo articolo