Il calo della Borsa, la recessione ma anche la Robin tax, pesano sulle cedole che il Tesoro incassa dalle societa’ partecipate quotate e non, il cui ‘assegno’ cala quest’anno a circa 1,2 miliardi di euro escludendo le aziende non in Borsa, tra cui Poste Italiane, societa’ che lo scorso anno aveva garantito mezzo miliardo di euro. Pur lontani i tempi in cui lo Stato azionista era di fatto il soggetto piu’ rilevante a Piazza Affari e nell’economia del paese, le societa’ controllate hanno negli ultimi anni dato sempre buone soddisfazioni a Via Venti Settembre, ma quest’anno il flusso dei dividendi e’ piu’ magro e inoltre molte delle risorse arrivano alla Cdp (controllata al 70% dal Tesoro) cui, dopo lo swap con Via Venti Settembre di fine 2010, fanno capo le quote in Eni e Terna.La Cassa al ministero riversa 260 milioni di dividendi ma circa 1,2 miliardi delle cedole che arrivano dalle proprie partecipate viene messo a riserva per i progetti di sostegno alle imprese che si stanno moltiplicando: dal plafond per le Pmi al Fondo Strategico. Iniziative che danno reddito e non sono a fondo perduto ma che appunto necessitano di capitale che lo Stato non e’ in grado di fornire. La parte piu’ consistente che arriva direttamente al Tesoro si trova nella quota in Enel (prima alla Cdp e da un anno passata al ministero con lo swap).
Dalla partecipazione del 31,24% della societa’ elettrica sono giunti 763 milioni, sotto forma di dividendo invece che gli 822 del 2010. La cedola peraltro e’ scesa quest’anno a 0,26 euro per azione contro 0,28 euro dell’anno precedente anche a causa dell’addizionale Ires (Robin Tax) deciso dal precedente governo che ha avuto un impatto di circa 400 milioni sull’utile. Soddisfazioni invece dai dividendi Eni, aumentati a 1,04 euro. Il Tesoro qui mantiene una piccola quota del 3,93% che assicura comunque una cedola di 163 milioni di euro.
A secco invece un altro dei ‘gioielli’ di Stato: Finmeccanica. La societa’, colpita dagli effetti della crisi e nella bufera giudiziaria, ha archiviato il 2011 con un rosso di 2,3 miliardi di euro. Lo scorso anno al Tesoro erano arrivati dividendi per 71,6 milioni di euro. Una cinquantina di milioni di euro arriveranno invece dalla quota in Stm che il Tesoro controlla attraverso la jv con i francesi che detiene il 27,5% della societa’ elettronica.
Passando alle societa’ non quotate, risorse potrebbero giungere dal gruppo Poste, controllato al 100% dal Tesoro, che ha chiuso l’utile in calo ma pur sempre a 846 milioni di euro e che lo scorso anno aveva trasferito a Via Venti Settembre dividendi per circa mezzo miliardo di euro. La Sace, con un utile 2011 a 184 milioni di euro, non ha ancora stabilito sulla distribuzione della cedola. Negli scorsi anni il pay out, la percentuale di utile da distribuire aveva viaggiato fra l’80 e il 90%. Malgrado un nuovo anno in utile (che dovrebbe raddoppiare a 250 milioni di euro), il gruppo Ferrovie lo destinera’ probabilmente alla riduzione del debito.
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