di Giuseppe Tito, ANSA
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella segue con attenzione l’evolversi della situazione politica in attesa del passaggio del dibattito al Senato del 20 agosto con le comunicazioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, alle quali potrebbe seguire l’annuncio delle dimissioni nelle mani del Capo dello Stato. Dimissioni che, una volta formalizzate, faranno entrare in campo il Quirinale con un rapido giro di consultazioni con le forze politiche per valutare le priorita’ dei partiti. Sulla base di questo giro il presidente potra’ farsi una prima idea concreta sugli scenari ed i possibili sbocchi della crisi. E cio’ farebbe supporre, si ragiona in ambienti parlamentari, un momento di riflessione e un possibile nuovo giro nel caso in cui dovessero fare breccia ipotesi concrete diverse da quella che porterebbe alla fine della legislatura.
Il capo dello Stato ascoltera’ e analizzera’ le richieste e le osservazioni e poi procedera’ seguendo i paletti imposti dalla Costituzione. Dunque senza strappi da parte di chicchessia. Da qui i dubbi, le perplessita’ e la sorpresa di fronte alla proposta di Matteo Salvini – si spiega nei medesimi ambienti – di votare la legge costituzionale sul taglio dei parlamentari per poi rinviare la sua applicazione alla legislatura successiva a quella che si aprirebbe dopo eventuali elezioni autunnali. Qualcosa che non sta ne’ in cielo ne’ in terra, si spiega ancora interpretando il disagio del Colle. Una sorta di azzardo quello di varare una riforma costituzionale e poi tenerla nel cassetto per 5 anni.
Le perplessita’ del Colle rappresenterebbero anche un monito, si ragiona ancora in ambienti politici, verso qualsiasi progetto o iniziativa che metta in secondo piano regole e procedure costituzionali, sia sul fronte della messa a punto delle leggi sia per quanto riguarda le scelte che riguarderanno il futuro della legislatura o la sua fine. Quindi, il rispetto delle procedure ma anche dei ruoli, con i partiti che saranno chiamati ad esprimersi su nuove iniziative politiche, compresa quella che prefigurerebbe nuove maggioranze e programmi. E il presidente della Repubblica che prendera’ qualsiasi decisione, sulla base delle indicazioni che gli forniranno i partiti, in piena trasparenza e seguendo i dettami della Carta Costituzionale.