“Bisogna fare in fretta” e così – per cominciare – Mattarella ha quindi fermato le macchine per una settimana, in attesa martedì di riprendere il giro delle consultazioni. All’orizzonte si profila un governo PD-M5S-SINISTRA che più o meno rappresenta un terzo degli elettori italiani.
MA MATTARELLA E’ UOMO DEL PD, MESSO LI’ DA RENZI, VEDE NUOVE ELEZIONI COME IL FUMO NEGLI OCCHI, TEME SALVINI E IL CENTRO-DESTRA E TROVERA’ – TEMO – IL MODO DI IMBASTIRE UNA NUOVA “ALLEANZA IMPOSSIBILE” PUR DI NON MANDARCI A VOTARE.
Non so se abbia fatto bene Matteo Salvini ad aspettare così tanto per rompere: io lo avrei fatto – come ho ripetuto tante volte su IL PUNTO – subito dopo le elezioni europee, presentando il conto ai grillini e chiedendo loro di accettare una riscrittura del “contratto” senza se e senza ma, adeguandosi alle nuove realtà politiche.
Due mesi di melina non sono serviti a nulla se non a far perdere tempo, a far arrivare una Commissaria tedesca a presiedere in Europa (votata da PD e M5S determinanti!) e c’è voluta la formale spaccatura sulla TAV per far crollare il palcoscenico mentre si avvicina sempre di più la legge finanziaria.
Mi chiedo se Salvini abbia intorno buoni consiglieri, perché tutti i leghisti che conosco Di Maio (e soprattutto Toninelli, Grillo, Fico e Di Battista) li avrebbero mollati da un pezzo.
Il PD intanto ha fatto resuscitare Renzi (e perfino Prodi!) e davvero non capisco se a Zingaretti & C. convenga questa pazza scelta di alleanza con i Cinque Stelle che – a parole – ha (reciprocamente) insultato fino a ieri, ma i “cinque punti qualificanti” approvati dalla direzione PD sono così generici e vacui che non promettono nulla di buono, se non imbastire un prossimo inciucio.
A pensare che tornino a comandare Renzi (che ha avuto il coraggio di parlare di onestà, dimenticando padre, famigliari, Lotti, inciuci con la magistratura romana ecc.), la Boschi di Banca Etruria e relativo parentado e poi i Del Rio, Toninelli, la Trenta e compagnia cantando mi sento imbestialire, anche perché in democrazia – se il popolo conta qualcosa – sarebbero gli italiani e non il palazzo a dover dire la loro.
Non mi illudo, quindi, ma mi restano due certezze: la prima è che se sarà governo PD-M5S sarà l’inizio di una bella e fresca fase politica di “gagliarda opposizione” e la seconda certezza è che – pare – il centro-destra abbia finalmente capito che solo unito può vincere e sbaragliare l’avversario. Potrà farlo con impegno, unità di idee e di intenti, con gente più fresca di leader ottantenni. Speriamo almeno in questo… e mai come ora speriamo in bene per la nostra povera Italia.