Essere nato in Italia per me è un privilegio prima che essere un onore, vivo in un Paese liberale, ma nonostante ciò non si riesce a far navigare questo carrozzone verso la rotta giusta; spesso mi domando il perché di tutta questa corruzione, ipocrisia, menefreghismo… Non sono riuscito a dami una risposta concreta, in effetti non credo che ci sia.
Non mi occupo di occupo di economia, di alta finanza, ma so una cosa che noi italiani abbiamo una ricchezza che fa invidia a tutto il mondo e non ci rendiamo conto del valore economico e culturale che abbiamo. Tutti i governi, senza distinzione di colore, hanno fatto negli ultimi cinquanta anni il più grande disastro culturale e geologico. Dobbiamo riprenderci la nostra Italia e dobbiamo ricominciare da dove ci siamo fermati: non sono un filo fascista o socialista, ma devo dare atto che forse solo il governo Mussolini capì per primo l’importanza strategica dell’agricoltura e dei monumenti artistici.
L’Italia oggi si ritrova con mille e mille scempi di cemento armato in giro per la Penisola, ospedali, scuole, caserme, carceri, lavori mai ultimati; siamo ancora qua a parlare della Salerno-Reggio Calabria, ero bambino quando i TG ne parlavano, forse diventerò vecchio e chissà se la finiranno; terreni agricoli abbandonati, casolari antichi che una volta erano vivi oggi sono come gli scavi di Pompei, un altro disastro culturale.
L’Italia da questa crisi può uscire, e ne può uscire vittoriosa se tutti, destra, sinistra, bianchi o neri che siano, per una volta si mettessero intorno ad un tavolo e prendessero delle decisioni comuni volte a migliorare le condizioni del nostro Paese. Qui non c’è nulla da ristrutturare, qui c’è da buttar giù la mentalità affaristica ipocrita e lavorare per un solo obiettivo comune, l’Italia!
I giovani hanno il sacrosanto dovere morale e civile di contribuire alla rinascita del nostro territorio e di non stare sempre a piangere miseria: nessuno ti dà nulla per nulla, se c’è da andare a zappare la terra, si va a zappare la terra, smettiamola con la mentalità del posto fisso, statale, uffici e scrivanie; in una comunità c’è chi zappa la terra, c’è chi cucina e c’è chi porta i conti, non si può pensare che tutti facciano lo stesso mestiere, altrimenti miei cari coetanei è la fine di una nazione e di una identità culturale, dobbiamo svegliarci da questo sonno, i genitori non possono pensare di considerare i loro figli come se fossero sempre bambini e pensare di non fargli fare i sacrifici perché magari loro stessi si sacrificano ancora oggi: basta con queste scemenze, non c’è posto per tutti dietro alla scrivania.
La scuola Italiana, come del resto la chiesa, ha un ruolo fondamentale nell’educare la nuova generazione, il sacrificio è parte integrante della nostra esistenza, non possiamo esimerci da sottoporci a questa pratica, amara certo, ma se fatta con passione porta frutti.
Le tasse si pagano per il bene civile e sociale di tutti, la chiesa deve capire i tempi, e caso mai contribuire in modo efficace nell’aiuto delle casse degli Italiani, deve smetterla di chiedere soltanto senza poi vedere i frutti di milioni di euro che riceve, sul territorio italiani tutti devono pagare le tasse in egual misura. Se siamo uniti, se ragioniamo in maniera pacata e seria e nel bene del Paese, allora sì che siamo invincibili e saremo un modello per altri Paesi, ma come siamo messi oggi siamo alla deriva, questo carrozzone rischia di fare la fine del Titanic; speriamo solo che non ci saranno vittime!
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