Prosciuga i portafogli, ma ruba anche il futuro e la vita. La crisi economica persiste con uno strascico di vittime. E colpisce trasversalmente: imprenditori, artigiani, disoccupati, pensionati. Nelle ultime ore ha ceduto alla disperazione un portiere di Napoli: l’uomo, 55 anni, si e’ ucciso impiccandosi nella sua abitazione dopo aver ricevuto una lettera di licenziamento e la notizia che avrebbe dovuto lasciare la casa dove viveva. Ieri nel nuorese un imprenditore, costretto a licenziare i suoi due figli, si e’ ucciso con un colpo di pistola. Sono soltanto gli ultimi casi di un lungo elenco.
Il 13 aprile si e’ suicidato gettandosi sotto un treno nei pressi della stazione, a Sesto Fiorentino, un 42enne che aveva perso il lavoro da alcuni mesi. Il 10 aprile si e’ impiccata a un’altalena, in provincia di Vicenza, una donna di 51 anni probabilmente anche a causa delle difficolta’ economiche della ditta del marito. Il 4 aprile e’ toccato al titolare, di 59 anni, di un’azienda romana specializzata in costruzioni in alluminio in fallimento, a un trentino 39/enne, e a un uomo di 51 anni che aveva perso il lavoro a Milano. Andando a ritroso, il 3 aprile a Gela un’anziana 78/enne si e’ uccisa lanciandosi dal terrazzo di casa: l’Inps le aveva ulteriormente ridotto la pensione di 200 euro (da 800 a 600) e tre giorni prima un artigiano di 57 anni si e’ impiccato all’interno della sua bottega di cornici a Roma a causa di guai economici.
Anche a marzo bollettino di morte: il 27 un imbianchino di Trani, Giuseppe Pignataro, a causa delle difficolta’ nel trovare un’occupazione stabile, si e’ ucciso dopo essersi lanciato dal balcone della sua abitazione; il 23 marzo un imprenditore quarantaquattrenne di Cepagatti (Pescara) si e’ impiccato nella sua azienda, non ha retto alla vergogna di non poter pagare gli stipendi ai dipendenti; il 21 marzo un uomo di 47 anni che gestiva un’attivita’ commerciale ma da due anni era senza lavoro si e’ ucciso con un colpo di pistola nella sua automobile nel cosentino; sempre il 21 un imprenditore edile, di 53 anni, in crisi da tempo per i crediti che non riusciva a riscuotere e che vantava nei confronti di pubbliche amministrazione e di privati, si e’ tolto la vita impiccandosi in una baracca dietro casa nel bellunese; il 20 marzo un giovane artigiano di 29 anni, disoccupato, si e’ impiccato a Scorano (Lecce); il 9 marzo Vincenzo Di Tinco, titolare 60/enne di un negozio di abbigliamento di e’ impiccato a un albero a Ginosa Marina (Taranto): in pochi giorni si era visto addebitare, forse per errore, 4.500 euro di commissioni bancarie e rifiutare un prestito di poco piu’ di mille euro.
Secondo l’ultimo rapporto Eures soltanto nel 2010 sono stati 362 i suicidi dei disoccupati e secondo la Cgia dall’inizio dell’anno e fino a meta’ aprile a causa della crisi economica ci sono stati in Italia 23 suicidi di imprenditori, di cui 9 in Veneto.
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