L’economia italiana si contrarra’ sia nel 2012 sia nel 2013, con un pil in calo rispettivamente dell’1,9% e dello 0,3%. E l’obiettivo del pareggio di bilancio nel 2013 non potra’ essere centrato prima del 2017. Ma una luce in fondo al tunnel della recessione, ‘piu’ profonda rispetto’ all’area euro nel suo complesso, si intravede: e’ alla fine del prossimo anno, quando nel quarto trimestre il pil del Belpaese crescera’ dello 0,7%. La fotografia, scattata dal Fondo Monetario Internazionale (Fmi), e’ ‘troppo pessimista’ per il direttore generale della Banca d’Italia Fabrizio Saccomanni, mentre la ripresa puo’ avvenire ‘gia’ dalla fine di quest’anno’ se i tassi di interesse sul debito ‘si stabilizzino’ e la situazione internazionale migliora, per il Governatore Ignazio Visco.
La mancata crescita, certo, pesera’ sui conti pubblici: l’Italia – certifica il Fmi – non centrera’ il pareggio di bilancio nel 2013 e non lo fara’ fino al 2017. Nel 2013 ‘al netto degli effetti ciclici, l’Italia e’ in surplus e questo e’ molto importante’, spiega Carlo Cottarelli, responsabile del Fiscal Monitor, secondo il quale il Fmi ‘sa di essere piu’ severo sulle stime rispetto ad altre agenzie’ e non bisogna concentrarsi troppo sui target. Sulle stime oltre il 2013 – evidenzia – ‘c’e’ incertezza sulla crescita’: se l’Italia tornera’ a girare, anche i conti pubblici miglioreranno e il governo guidato dal presidente del Consiglio Mario Monti, dopo aver dato rassicurazioni ai mercati, si sta muovendo in questa direzione e ha gia’ fatto molto. Il deficit-pil italiano si attestera’ quest’anno al 2,4% a fronte di un debito al 123,4%.
Nel 2013 il deficit calera’ all’1,5%, il terzo piu’ basso dell’area euro, per arrivare all’1,1% nel 2017. Il miglioramento dei conti pubblici italiani dipendera’ quindi da quanto l’economia italiana crescera’. Il contesto sta gradualmente migliorando ma ‘non dobbiamo farci illusioni. La ripresa e’ ancora fragile’ spiega il direttore degenerale del Fmi, Christine Lagarde. Il Fmi rivede al rialzo le stime per l’economia globale al 3,5% per il 2012 e al 4,1% per il 2013. Ma avverte: i ‘rischi restano’ e fra questi l’Europa e’ il maggiore. L’economia dell’area euro si contrarra’ quest’anno dello 0,3% per tornare a crescere nel 2013 al +0,9%. Un tasso inferiore a quello degli Stati Uniti che realizzeranno quest’anno un +2,1% e nel 2013 accelereranno al 2,4%. ‘La crescita e’ bassa per le economie avanzate, soprattutto in Europa dove sul -0,3% del pil previsto per il 2012 pesano le contrazioni di Italia e Spagna’, aggiunge il capo economista del Fmi, Olivier Blanchard, precisando che i mercati sembrano schizofrenici, da un alto chiedono il risanamento dall’altro calano quando il risanamento e’ approvato. ‘La disoccupazione restera’ alta per qualche tempo’, prosegue Blanchard. Nell’area euro il tasso si attestera’ quest’anno al 10,9% e il prossimo al 10,8%. L’Italia sara’ sotto la media europea, al 9,5% nel 2012 per poi salire al 9,7%. ‘Il 2012 sara’ un anno molto difficile per l’Italia’ con le riforme e gli aggiustamenti di bilancio ma – spiega Jorg Decressin, vice capo economista del Fmi – ‘l’Italia si mettera’ sulla traiettoria della crescita, che tornera’ nel 2013′.
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