Pareggio di bilancio e costi della politica, liberalizzazioni e privatizzazioni, sblocco degli investimenti, semplificazioni e riforma della P.a.: sono queste le priorità che le parti sociali hanno messo sul tavolo nell’incontro con il governo tenutosi oggi. Sono interventi che devono essere messi in atto prima possibile, secondo le 36 organizzazioni chiamate all’incontro a Palazzo Chigi, non più procrastinabili. "Scuse e scappatoie" non bastano più: l’Italia vive una situazione molto "grave", che bisogna affrontare "con la massima determinazione".
Sindacati ed imprese si sono presentate al governo in maniera compatta, come mai avevano fatto prima. L’incontro con l’esecutivo è durato circa 4 ore.
Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha assicurato che entro settembre il patto per la crescita ci sarà. Il premier si dice "ottimista", la crisi "non si aggraverà", assicura. Quindi, rimanda tutto a dopo la pausa estiva. Non volevano questo le parti sociali: volevano una reazione del governo immediata. Ma ci sono di mezzo le ferie… e allora chissenefrega se l’Italia va a rotoli.
Il premier ha invitato gli italiani a "investire e consumare", anche se non ha detto con quali soldi dovrebbero farlo, visto che la crisi ha massacrato medi e piccoli risparmiatori. Il Cavaliere ha detto che i mercati "sono in contrasto con l’economia reale", le azioni sono "sottovalutate", anche quelle delle aziende dello stesso premier. "Le Borse sono come un orologio rotto", ha minimizzato Berlusconi.
Le parti sociali nel pomeriggio hanno incontrato le opposizioni. Il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, condivide le loro richieste, anche se dice no all’anticipo della manovra, perchè "sbagliata ed iniqua". Casini, leader Udc, ammette: sì, il governo potrebbe cadere da un momento all’altro, ma visto che ora c’è, "almeno governi". E aggiunge: "Basta con la cantilena delle dimissioni, non serve".
Antonio Di Pietro, leader Idv, il più chiaro: "Italia dei Valori ha presentato in parlamento una contromanovra e ha chiesto ai presidenti di Camera e Senato di convocare subito il parlamento per approvarla, se non si fa qualcosa al più presto tutti questi incontri sono stati solo una manfrina". Probabilmente, proprio di questo si è trattato: tanta attesa per nulla. Tutto un teatrino. Una manfrina, appunto.
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